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564 Luciano Pezzolo
studiosi della fiscalità, vale a dire i testamenti. Si tratta di una fonte
che si ritrova in ogni archivio d’Europa, e che è in grado di fornire,
talvolta, informazioni eccezionali anche sulla mentalità e sugli atteg-
giamenti dei contribuenti. Apriamo il registro di Giulio Ziliol, un no-
taio che lavora a Venezia verso la fine del XVI secolo . Dai testamenti
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che ha redatto nel corso della sua attività emergono cittadini, popo-
lani e patrizi, che si preoccupano che i loro eredi ottemperino al do-
vere di pagare le imposte. Così, ad esempio, Giulia Barbo, vedova di
Nicolò Salomon, nel 1595 intima ai suoi eredi di aver cura dei propri
beni, «pagando le sue tanse et decime a suoi tempi»; e se per caso
qualcuno non seguisse i voleri di Giulia, sia privato dei suoi diritti
sui beni spettanti. Anni prima, nel 1568, Nicolò Carlo aveva invitato
i figli a «viver morigeratamente et cautamente, governando quel pocco
gli lasso se non ne potranno più acquistare, et sopra il tutto pagare
le decime et imposicioni che di tempo in tempo si meteranno, acciò
la pena non manzi il cavedale et sia venduto quel che vale cento per
cinquanta». Nicolò è fortemente preoccupato dal pericolo che, non
pagando le imposte, i suoi eredi vedano i propri beni sequestrati e
poi venduti all’asta, come poteva accadere. Qui il potere coercitivo
del governo è riconosciuto e temuto. Diverse, invece, le considera-
zioni che svolge il nobile Antonio Morosini, che nel 1593 ricorda ai
suoi successori che è doveroso che «habiando la intrada habia la sua
gravezza». Le parole di Morosini sembrano riflettere la comune opi-
nione, giunta sino ai giorni nostri, a sostegno del mito che attribuisce
alla casta dirigente veneziana un elevato senso dello stato, che poteva
addirittura contrastare gli interessi privati dei patrizi stessi. Nel caso
specifico, è lecito supporre che Morosini tentasse di tutelare i suoi
familiari dalla minaccia che, essendo contribuenti morosi, essi po-
tessero essere attaccati da una fazione patrizia avversaria. È oppor-
tuno domandarsi se questi pochi esempi, tratti da una documenta-
zione colossale che attende di essere pienamente sfruttata, possono
essere generalizzati alla società veneziana e, inoltre, se esistono ana-
loghi atteggiamenti nel resto d’Europa .
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43 ASV, Venezia, Notarile, Testamenti, busta 1249.
44 La lettura di testamenti inglesi pubblicati in Wills and Inventories from the Registry
at Durham, III, Surtees Society, Durham, 1906; North Country Wills, Surtees Society,
Durham, 1908; Selection of Wills from the Registry at York, II, IV, V, VI, Surtees Society,
Durham, 1855-1906, non ha permesso di rintracciare analogie con i casi veneziani.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Dicembre 2020
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)