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562 Luciano Pezzolo
tributarie onerose e, viceversa, durante l’ultimo periodo repubblicano,
nel 1527-30, la mano del fisco si era concentrata sulla fazione che aveva
sostenuto la casa medicea . Analogamente, in un ambiente meno tur-
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bolento della Firenze rinascimentale, nella Amsterdam degli anni Set-
tanta del Seicento, il borgomastro Gillis Valckenier riuscì ad alterare la
valutazione fiscale della propria famiglia e, soprattutto, a incrementare
quella dei suoi avversari politici . E non diversamente avevano agito
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autorità locali in Inghilterra, sottostimando il proprio imponibile e
quello dei propri protettori e, viceversa, aumentando quello degli avver-
sari . Terzo, era piuttosto infrequente che i governi spingessero sino in
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fondo i tentativi di scoprire le ricchezze dei propri sudditi: è probabile
che l’obiettivo delle autorità fiscali non fosse tanto individuare l’imponi-
bile dei contribuenti quanto sfruttare strumenti fiscali che non provo-
cassero violente reazioni nel paese . Il medesimo discorso vale riguardo
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le relazioni fiscali tra governo ed élite politiche ai vari livelli . L’imposta
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diretta basata su rilevazioni catastali, dunque, risultava meno equa di
quanto si pensasse (e si continui a pensare). Ciò non significa che le
imposte sui consumi diffusi fossero più giuste, anzi; quel che preme
sottolineare, piuttosto, è che la tradizionale contrapposizione dirette/in-
dirette va sempre collocata nello specifico contesto, tenendo in conside-
razione gli strumenti di accertamento, in primo luogo le liste fiscali,
spesso soggette a manipolazioni, lacune, più o meno volute, e al potere
discrezionale dei gruppi dirigenti.
Pagare o non pagare?
In base a quali considerazioni i contribuenti sceglievano di pagare
o di non pagare le imposte? La teoria afferma che la propensione
all’evasione fiscale è inversamente proporzionale alla possibilità, o alla
percezione soggettiva, di essere scoperti e puniti. Di contro, le autorità
36 E. Conti, L’imposta diretta a Firenze nel Quattrocento (1427-1494) cit., pp. 341-
348; G. Ciappelli, Fisco e società a Firenze nel Rinascimento cit., pp. 79-81; Relazioni
degli ambasciatori veneti al Senato, a cura di A. Ventura, Laterza, Bari, I, p. 107; P.
McLean, The Art of Network. Strategic Interaction and Patronage in Renaissance Florence,
Duke University Press, Durham, 2007, pp. 170-192.
37 M. Lindemann, The Merchant Republics. Amsterdam, Antwerp, and Hamburg,
1648-1790, Cambridge University Press, Cambridge, 2015, p. 102.
38 H. Langelüddecke, ‘I find all men & my officers all soe unwilling’: the Collection of
Ship Money, 1635-1640, «Journal of British Studies», 46 (2007), p. 521.
39 J. Scott, Seeing Like a State. How Certain Schemes to Improve the Human Condition
Have Failed, Yale University Press, New Haven, 1998, p. 24.
40 Si pensi allo scarso controllo esercitato sull’aristocrazia inglese nel secondo Cin-
quecento, come è evidenziato da Stone, The Crisis of the Aristocracy cit., pp. 496-97.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Dicembre 2020
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)