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                Restaurazione . Evasione fiscale e resistenze erano presenti anche in
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                Inghilterra, ma l’eccellente performance, almeno per quanto riguarda i
                tempi di riscossione di alcune imposte, fa supporre che il grande van-
                taggio inglese risiedesse nella semplicità della geografia giurisdizionale
                del Paese e, soprattutto, nell’elevato grado di cooperazione tra élite locali
                e governo centrale, nonostante il caso contrario evidenziato dalla riscos-
                sione dello Ship Money.
                   Questa parte dedicata ai tempi della riscossione fiscale sollecita qual-
                che ulteriore riflessione. Anzitutto è necessario chiedersi se le lungag-
                gini frapposte dai contribuenti siano effettivamente tali, oppure se, vi-
                ceversa, riflettano un comportamento abituale, che si può riscontrare
                anche in altri ambiti. Il dilazionare i pagamenti, in effetti, è stato giu-
                stamente  considerato  uno  dei  caratteri  fondamentali  di  quella  che  è
                stata definita «economia barocca» . Era usuale che i pagamenti tra pri-
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                vati fossero rateizzati, così come i percettori fiscali si aspettavano di es-
                sere pagati in tempi relativamente lunghi. Quelli che ai nostri occhi ap-
                paiono insopportabili ritardi per i contribuenti e le stesse autorità fiscali
                erano elementi connaturati al meccanismo del mercato, e quindi alle
                relazioni tra fisco e sudditi. Il mancato pagamento delle imposte e quindi
                il grado di efficienza della riscossione fiscale, invece, testimonia da un
                lato la scarsa capacità coercitiva del fisco e dall’altro il flebile consenso
                che  la  politica  tributaria  raccoglie  tra  i  contribuenti.  Naturalmente
                quest’ultimo fattore deve essere articolato in relazione all’impatto eco-
                nomico dell’imposta, alla sua legittimità più o meno presunta e condi-
                visa, agli strumenti di riscossione, alle finalità del tributo, all’efficacia
                della negoziazione tra autorità centrali ed élite locali, nonché al grado di
                coinvolgimento di tali élite nei meccanismi di valutazione e riscossione.
                Ora passeremo a valutare rapidamente il caso olandese.
                   I contribuenti olandesi erano probabilmente i più gravati tra tutti
                gli Europei del XVII e del XVIII secolo. Mentre lungo il XVII secolo per
                un olandese il peso pro capite del fisco corrispondeva a 15-20 giornate
                lavorative, un francese e un inglese non arrivavano a otto. Nella se-
                conda metà del secolo successivo un olandese devolveva al fisco un
                mese di lavoro, un inglese superava i 25 giorni, e un francese non
                raggiungeva i 15 giorni. Eppure, nonostante l’indubbia pressione fi-
                scale, l’Olanda appariva come una terra di contribuenti docili, sebbene
                si  fossero  rivoltati  al  potere  asburgico  anche  per  ragioni  tributarie.
                Come spiegare l’elevata pressione fiscale e la scarsa resistenza degli


                   63  D’M. Coffman, Excise Taxation and the Origins of Public Debt, Palgrave Macmillan,
                Basingstoke, 2013, pp. 65-66, 73-74, 87-89.
                   64  R. Ago, Economia barocca. Mercato e istituzioni nella Roma del Seicento, Donzelli,
                Roma, 1998.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Dicembre 2020
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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