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                Piccamiglio, ambasciatore genovese a Madrid, e Orazio Pallavicino a Lon-
                dra . Questi era un illustre banchiere genovese trasferitosi in Inghilterra
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                ed entrato nell’entourage della Regina dopo la conversione al protestan-
                tesimo, nonché uno dei principali finanziatori dei ribelli olandesi durante
                la guerra contro la Spagna. Fu contattato dall’Abbondanza «perché non
                basterebbe  haver  date  le  commissioni  et  che  esse  si  fossero  inviate
                quando i vaselli non si lasciassero venir in qua». Suo compito era dunque
                mediare con Elisabetta I, chiedendo «che voglia farci gratia di ordinare a
                suoi che non diano impedimento, né molestia alcuna à quei vaselli, che
                dalle dette parti di Ponente verranno destinati qui con vettovaglie cosi a
                                                                                  ̀
                nome nostro, come de nostri privati cittadini» . La buona riuscita dell’im-
                                                         57
                presa è registrata in una lettera all’Anglia Regina dai toni increduli per
                l’accoglienza riservata nei porti inglesi alle imbarcazioni destinate a Ge-
                nova: «amice fuerunt exceptae, humaniterque tractatae» .
                                                                    58
                   Le missive per Lisbona e Cadice, invece, avevano lo scopo di rice-
                vere conferma del passaggio delle navi attraverso lo stretto di Gibil-
                terra – altro momento delicato del viaggio, in cui potevano subire at-
                tacchi  da  parte  delle  forze  spagnole .  Particolare  apprensione,  ad
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                esempio, provocò nei genovesi la notizia della nave nordica Il Cervo
                Griggio, che, attaccata dai corsari in acque portoghesi, era stata pri-
                vata «delle sartie et altri apparati di essa» e non poteva continuare la
                navigazione. La nave trasportava 87 ½ lastri di grano  per il Magi-
                                                                      60


                   56  È interessante rilevare che lo stesso Senato si trovò in difficoltà nel ricorrere al
                Pallavicino, a causa dello spinoso problema di come rivolgerglisi, poiché egli era consi-
                derato eretico agli occhi della chiesa di Roma. Il 7 ottobre 1591 si informò in una lettera
                il cardinal Spinola che si era deciso di utilizzare la formula «cittadino nostro», come
                prima della sua conversione al protestantesimo. Asge, Archivio Segreto, 1866, Littera-
                rum, 7 ottobre 1591. Per la biografia del Pallavicino e il suo ruolo alla corte inglese si
                veda L. Stone, An Elizabethan: Sir Horatio Palavicino, Clarendon Press, Oxford, 1956.
                Per la sua attività di intermediario per la città di Genova, si veda Asge, Senato Senarega,
                1868, Litterarum.
                   57  Asge, Archivio Segreto, 1868, Litterarum, lettera a Orazio Pallavicino, 13 settembre
                1591.
                   58  Ivi, lettera ad Elisabetta I, 12 ottobre 1591.
                   59  La Spagna attuava un controllo inefficace sullo stretto: conferma ne è il fatto che,
                tardando ad arrivare i salvacondotti per il passaggio dei navigli nordici diretti a Livorno,
                alcuni di essi navigarono per le acque spagnole senza subire alcun danno. G. Pagano
                De Divitiis, Mercanti inglesi cit., p. 100. Nonostante questo, talvolta si verificarono scon-
                tri con la marineria di Filippo II: le prime 26 navi partite da Amsterdam e Hoorn, per
                esempio, furono trattenute proprio nel 1591 durante il loro viaggio di ritorno. M. Van
                Gelder, Trading places cit., p. 54.
                   60  La conversione da lastri a mine è complicata dal fatto che il lastro variava a se-
                conda della città nordiche in cui era utilizzato. Nel caso di Amburgo un lastro equivaleva
                a 27 mine genovesi. Si veda Asge, Manoscritti, 748, Aggiustamento universale ovvero
                corrispondenze che hanno i pesi e le misure di tutte le cose l’una con l’altra, le città d’Eu-
                ropa, Asia et Africa, p. 24.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Dicembre 2020
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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