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592 Sofia Gullino
Piccamiglio, ambasciatore genovese a Madrid, e Orazio Pallavicino a Lon-
dra . Questi era un illustre banchiere genovese trasferitosi in Inghilterra
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ed entrato nell’entourage della Regina dopo la conversione al protestan-
tesimo, nonché uno dei principali finanziatori dei ribelli olandesi durante
la guerra contro la Spagna. Fu contattato dall’Abbondanza «perché non
basterebbe haver date le commissioni et che esse si fossero inviate
quando i vaselli non si lasciassero venir in qua». Suo compito era dunque
mediare con Elisabetta I, chiedendo «che voglia farci gratia di ordinare a
suoi che non diano impedimento, né molestia alcuna à quei vaselli, che
dalle dette parti di Ponente verranno destinati qui con vettovaglie cosi a
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nome nostro, come de nostri privati cittadini» . La buona riuscita dell’im-
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presa è registrata in una lettera all’Anglia Regina dai toni increduli per
l’accoglienza riservata nei porti inglesi alle imbarcazioni destinate a Ge-
nova: «amice fuerunt exceptae, humaniterque tractatae» .
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Le missive per Lisbona e Cadice, invece, avevano lo scopo di rice-
vere conferma del passaggio delle navi attraverso lo stretto di Gibil-
terra – altro momento delicato del viaggio, in cui potevano subire at-
tacchi da parte delle forze spagnole . Particolare apprensione, ad
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esempio, provocò nei genovesi la notizia della nave nordica Il Cervo
Griggio, che, attaccata dai corsari in acque portoghesi, era stata pri-
vata «delle sartie et altri apparati di essa» e non poteva continuare la
navigazione. La nave trasportava 87 ½ lastri di grano per il Magi-
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56 È interessante rilevare che lo stesso Senato si trovò in difficoltà nel ricorrere al
Pallavicino, a causa dello spinoso problema di come rivolgerglisi, poiché egli era consi-
derato eretico agli occhi della chiesa di Roma. Il 7 ottobre 1591 si informò in una lettera
il cardinal Spinola che si era deciso di utilizzare la formula «cittadino nostro», come
prima della sua conversione al protestantesimo. Asge, Archivio Segreto, 1866, Littera-
rum, 7 ottobre 1591. Per la biografia del Pallavicino e il suo ruolo alla corte inglese si
veda L. Stone, An Elizabethan: Sir Horatio Palavicino, Clarendon Press, Oxford, 1956.
Per la sua attività di intermediario per la città di Genova, si veda Asge, Senato Senarega,
1868, Litterarum.
57 Asge, Archivio Segreto, 1868, Litterarum, lettera a Orazio Pallavicino, 13 settembre
1591.
58 Ivi, lettera ad Elisabetta I, 12 ottobre 1591.
59 La Spagna attuava un controllo inefficace sullo stretto: conferma ne è il fatto che,
tardando ad arrivare i salvacondotti per il passaggio dei navigli nordici diretti a Livorno,
alcuni di essi navigarono per le acque spagnole senza subire alcun danno. G. Pagano
De Divitiis, Mercanti inglesi cit., p. 100. Nonostante questo, talvolta si verificarono scon-
tri con la marineria di Filippo II: le prime 26 navi partite da Amsterdam e Hoorn, per
esempio, furono trattenute proprio nel 1591 durante il loro viaggio di ritorno. M. Van
Gelder, Trading places cit., p. 54.
60 La conversione da lastri a mine è complicata dal fatto che il lastro variava a se-
conda della città nordiche in cui era utilizzato. Nel caso di Amburgo un lastro equivaleva
a 27 mine genovesi. Si veda Asge, Manoscritti, 748, Aggiustamento universale ovvero
corrispondenze che hanno i pesi e le misure di tutte le cose l’una con l’altra, le città d’Eu-
ropa, Asia et Africa, p. 24.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Dicembre 2020
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)