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Istituzioni del Regno di Napoli di fronte ai sismi del XVII secolo   125


                    dettagliate, redatte poco tempo dopo l’accaduto  e rappresentazioni
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                    cartografiche sugli effetti del sisma distinti per gravità  o che sempli-
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                    cemente mostrano le zone colpite .
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                       La notizia dell’accaduto raggiunse presto la corte del viceré, don
                    Antonio Alvarez de Toledo, duca d’Alba . I primi dati che riportano le
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                    fonti a proposito del suo intervento sembrerebbero confermare la tesi
                    del ricorso alla preghiera come unico mezzo per fronteggiare l’emer-
                    genza. Infatti possediamo l’attestazione dell’ordine vicereale spedito a
                    varie comunità del Regno da Telese, a Pozzuoli, a Amalfi, di pregare
                    «Iddio che se degni miticare l’ira sua per l’occasione delli terremoti oc-
                    corsi in Puglia e Capitanata» , attraverso processioni generali e pub-
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                    bliche orazioni. Si tratta di un riferimento tutt’altro che infrequente
                    nei documenti dell’epoca. Non solo ne sono pervasi i testi a stampa ,
                                                                                      32
                    ma, come vediamo qui, anche gli atti amministrativi. La cosa non deve
                    sorprenderci,  in  un’epoca  in  cui  le  cause  fisiche  dei  terremoti  non
                    erano ancora chiare, la religione, di cui l’orizzonte culturale di questi
                    uomini era fortemente permeato , forniva una spiegazione efficace in
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                       27  M. Baratta, Il terremoto garganico del 1627 cit., utilizza come fonte un manoscritto
                    coevo, parte della Storia di San Severo di Don Luigi Lucchini. Di questo autore Baratta
                    riporta poche e incerte notizie biografiche relative al suo ruolo nella chiesa locale.
                       28  Ivi, p. 411-414, Baratta commenta la rappresentazione cartografica dei danni del
                    terremoto inserita in V. Gio. De Poardi, Nuova relazione del grande e spaventoso terre-
                    moto successo nel regno di Napoli, nella provincia di Puglia, in venerdì alli 30 di luglio
                    1627, Roma, 1627.
                       29  Id., Ancora sul terremoto garganico cit., pp. 411-414.
                       30  Le fonti reperite per questo caso non ci permettono di specificare esattamente da
                    chi  e  quando  il  viceré  fu  informato,  mentre  dati  più  precisi  sono  stati  reperiti  per  il
                    terremoto del 1694 come vedremo più avanti. Per il 1627 è stato possibile consultare:
                    Asna, Segr. Vic., Scritture diverse, vol. 18, Sarno, 20.9.1627, lettera di ricezione dell’or-
                    dine  vicerale  da  parte  dell’attuario  della  corte  vescovile  Ascanio  de  Marino;  Telese,
                    14.09.1627, lettera di ricezione del vicario generale di Telese Francesco d’Orso; Nusco,
                    21.09.1627, lettera di ricezione dell’uditore del vicario generale di Nusco Gio. Troiano;
                    Amalfi,  20.09.1627,  lettera  di  ricezione  del  vicario  di  Amalfi  R.  Corti;  Lettere,
                    20.09.1627, lettera di ricezione del procuratore dell’arcivescovo di Lettere Giuseppe Bat-
                    tista Frascano; Asna, Cons. Coll., Notamenti, vol. 12, c. 10v, 09.08.1627; cc. 16-17,
                    28.08.1627; c. 30, 27.09.1627; c. 56, 1.11.1627; Asna, Rcs, Carte Reali, c. 40, vol. 3, c.
                    35,  ordine  di  conferma  della  sospensione  fiscale  per  il  principe  di  San  Severo,
                    25.07.1634. Sul ruolo dei viceré nella gestione dei domini della Monarchia spagnola si
                    veda A. Musi, L' impero dei viceré, Il mulino, Bologna, 2013.
                       31  Asna, Segr. Vic., Scritture diverse, vol. 18, Sarno, 20.9.1627, lettera di ricezione
                    dell’ordine vicerale da parte dell’attuario della corte vescovile Ascanio de Marino.
                       32  Sul messaggio dei testi agiografici formulato per indurre all’obbedienza collettiva
                    in tempo di disastro naturale si veda P. Palmieri, Protecting the faithful city: disasters
                    and the cult of the Saints (Naples, 1573-1587) in D. Cecere, C. De Caprio, L. Gianfran-
                    cesco, P. Palmieri (eds.), Disaster narratives cit., pp. 208-220.
                       33  S. Ditchfield, Thinking with saints: sanctity and society in the early modern world,
                    «Critical Inquiry», 35, 3 (2009), pp. 552-584 lo ha mostrato attraverso il ruolo polivalente
                    che i santi ricoprivano nelle società cattoliche di antico regime.


                                                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Aprile 2021
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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