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                   Primo dato che si può evidenziare (e che approfondiremo successi-
                vamente) riguarda il tempo che impiegò la notizia della catastrofe per
                giungere a Napoli . Dalla Puglia garganica alla capitale essa pervenne
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                in meno di dieci giorni, giacché al 9 agosto, giorno della prima seduta
                del Collaterale di cui siamo a conoscenza, era già passata per le mani
                del viceré. La seconda considerazione riguarda le istituzioni interes-
                sate e, più precisamente, l’ordine di priorità secondo cui esse furono
                informate, schematizzato nella figura 2: il viceré in primo luogo, poi il
                Collaterale e conseguentemente la Sommaria. Queste due ultime in
                particolare mostrano di aver svolto un continuo dialogo: nella riunione
                del  9  agosto,  il  Collaterale  coinvolse  la  Sommaria,  chiedendole  una
                consulta sull’accaduto; quando la consulta arrivò, fu necessario di-
                scuterla in una nuova riunione (27 agosto) ; il 27 settembre si emanò
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                l’ordine di dare esecuzione a quanto contenuto nella consulta ; il 1°
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                novembre si rese necessario richiederne una nuova . Ciò dimostra
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                l’attivo coinvolgimento di entrambe le istituzioni che intervennero pa-
                rallelamente nella costruzione dell’informazione, ognuna aggiungendo
                un tassello alla discussione.
                   Le istituzioni centrali del governo napoletano, però, non furono le
                uniche a essere coinvolte. Al contrario, nello stesso momento in cui il
                Collaterale  chiamò  in  causa  la  Sommaria,  esso  coinvolse  anche
                l’Udienza provinciale e successivamente il Preside della Provincia; in-
                fine, fu il Credenziero della Dogana di Foggia  a inviare una relazione
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                e dunque a indurre il Collaterale a riunirsi ancora il 1° novembre. A
                queste istituzioni si chiese dunque un ulteriore grado di approfondi-
                mento.
                   A che cosa servì questo meccanismo informativo a più livelli e più
                tempi che si mise in moto? Nel caso della produzione di quei testi che


                   43  Sull’aspetto materiale della circolazione delle informazioni nel Regno non esistono
                molti studi. Un riferimento fondamentale rimane per tanto A. Bulgarelli Lukacs, Le co-
                municazioni nel Mezzogiorno dall'arrivo di Carlo di Borbone al 1815: strade e poste, «Ar-
                chivio Storico per le Province Napoletane», 15 (1976), pp. 283-309 e 16 (1977), pp. 281-
                341. Si veda inoltre G. Brancaccio, Trasporti e strade, in Storia del Mezzogiorno, G. Ga-
                lasso, R. Romeo (a cura di), Edizioni del Sole, Napoli, 1991, vol. VIII, pp. 351-385; ora
                in G. Brancaccio, Il governo del territorio nel Mezzogiorno moderno, Editrice Itinerari,
                Lanciano, 1996, pp. 1-49.
                   44  Asna, Cons. Coll., Notamenti, vol. 12, cc. 16-17, 27.08.1627.
                   45  Ivi, c. 30, 27.09.1627.
                   46  Ivi, c. 56, 01.11.1627.
                   47  La Dogana di Foggia era un’istituzione amministrativa, fiscale, giudiziaria e com-
                merciale nata per regolamentare la transumanza delle greggi in Puglia. La riscossione
                di un dazio sul loro transito era un’importante voce di entrata nel bilancio del Regno.
                Per cogliere il funzionamento dell’istituzione nel più ampio contesto economico, sociale
                e delle politiche vicereali in suo sostegno si veda J. Marino, L' economia pastorale nel
                Regno di Napoli, Guida, Napoli, 1992.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Aprile 2021
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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