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                considerando fonti più eterogenee , ma che per il momento è suffi-
                                                  53
                ciente a dimostrare l’andamento generale della comunicazione delle
                istituzioni.


                Imposte e uomini: la gestione del terremoto calabrese del 1638
                nel contesto della politica di potenza della monarchia spagnola

                   Il terremoto del 1638 fu particolarmente drammatico per la Cala-
                bria. Due forti scosse si susseguirono a distanza di due mesi, la prima
                nella zona compresa tra Cosenza e Catanzaro, la seconda sul versante
                ionico. Le comunità più gravemente danneggiate furono diciassette e
                quelle coinvolte circa novanta. La mortalità fu imponente . Una rela-
                                                                        54
                zione proveniente da Celico, casale di Cosenza, descrive l’impatto de-
                vastante dell’evento sismico sul centro abitato:

                   Cascarono case cento vinti nove et si ritrovarono per allora huomini morti
                n°49 et restarono stroppiati et hinabili n°20 [...] et l’altre case remaste erano
                talmente aperte minacciante rovine che erano inhabitabile [...] e per l’habita-
                tione  che  hanno  fatto  nelle  baracche  et  malissimamente  ne  sono  morti  da
                cento in su et si destrussero dalle fondamenta le chiese parrocchiali et per
                l’apertura della terra si rovinò il formale dell’acqua [...] 55

                   Le vicende di Celico e di tutte le zone della Calabria colpite dal si-
                sma del 1638, che qui ci accingiamo a esaminare, ci permettono di
                discutere un’altra tesi relativa alla gestione dell’emergenza. Secondo
                alcuni studiosi, in antico regime e in particolare nel Regno di Napoli,
                l’intervento  delle  autorità  dopo  gli  eventi  catastrofici  sarebbe  esclu-







                   53  Come ha fatto Filippo De Vivo accostando a dispacci ufficiali, lettere manoscritte,
                avvisi a stampa, libelli e persino manifesti anonimi, trovati allegati a fascicoli proces-
                suali, cfr. F. De Vivo, Patrizi, informatori e barbieri cit., in particolare capp. 2 e 3.
                   54  http://storing.ingv.it/cfti/cfti5/quake.php?00953IT Il numero di vittime può es-
                sere stimato tra un minimo di 10.000 e un massimo di 50.000 morti. Su questo aspetto
                e sugli altri che hanno caratterizzato il sisma si veda E. Novi Chavarria, I “tremuoti” della
                Calabria del 1638, «Prospettive Settanta», VII, 3-4 (1985), pp. 362-377, pp. 370-373.
                Secondo Giuseppe Galasso questo terremoto ha contribuito, insieme alle epidemie di
                peste del 1630 e soprattutto del 1656, a bloccare la tendenza positiva della demografia
                calabrese, cfr. G. Galasso, Economia e società nella Calabria del Cinquecento, Feltrinelli,
                Milano, 1975 (I ed. Napoli, 1967), p. 338.
                   55  Asna, Cons. Coll., Curiae, vol. 112, c. 71v, relazione sui danni subiti da Celico
                contenuta  nell’ordine  di  sospensione  fiscale  per  le  comunità  colpite  della  Calabria,
                17.12.1639.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Aprile 2021
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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