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                non disponeva ancora di funzionari formati per la gestione dei registri
                daziari e neppure di uffici preposti alla raccolta di dati e alla redazione
                dei bilanci.


                Criteri di edizione, lemmi, «stima», misure

                   L’edizione  delle  voci  estrapolate  dal  bilancio  di  commercio  dello
                Stato di Milano del 1778 è stata condotta secondo un criterio conser-
                vativo. Sono intervenuta soltanto mettendo al singolare la denomina-
                zione della merce nel lemma principale, evidenziando in grassetto nelle
                attestazioni i termini di non immediata comprensione dei quali è pre-
                sente la definizione nel contributo, e ho ricondotto la «stima» in lire
                milanesi al sistema decimale.
                   A ciascun lemma ho fatto seguire una tabella divisa in tre colonne.
                   Nella prima sono elencate tutte le attestazioni del bene presenti nel
                bilancio di commercio del ‘78.
                   Nella seconda compare la «stima».
                   La terza colonna è riservata alla misura utilizzata per daziare i beni
                presente nella fonte. A questo proposito va precisato che nel 1778 era in
                vigore il tariffario pubblicato nel 1765, in base al quale i doganieri dove-
                vano ricondurre i pesi e le misure delle diverse province lombarde a quelli
                di Milano . Pertanto, per le merci daziate a peso si doveva utilizzare la
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                libbra piccola (o libretta , pari a 326,79 grammi) o il multiplo, il rubbo
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                (costituito da 25 libbre piccole , vale a dire 8,17 chili). La misura di lun-
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                ghezza alla quale fare riferimento era, invece, il «braccio». In quest’ultimo
                caso deve essere tenuto presente che nel 1778 non era ancora entrata in
                vigore la riforma delle misure che fissò in 59,43 centimetri la misura del
                braccio, dato riportato nel Manuale di Metrologia di Angelo Martini, il testo
                comunemente consultato per comprendere il valore dei pesi e delle mi-
                sure milanesi in età moderna . Si usavano, invece, il «braccio lungo»,
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                detto «braccio di panno», pari a 66,77 centimetri, per i «lavori di lana e
                tela»; per i «lavori di seta e di cotone» il «braccio corto», detto «braccio di
                seta», corrispondente a 52,56 centimetri .
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                   24  Dato, o sia Tariffa per la Regalia della Mercanzia dello Stato di Milano, Giuseppe
                Richino Malatesta, Milano, 1765.
                   25  Dichiarazione delli Pesi e Misure Milanesi (ivi).
                   26  Ibidem.
                   27  A. Martini, Manuale di Metrologia ossia misure, pesi e monete in uso attualmente e
                anticamente presso tutti i popoli, Loescher, Torino, 1883, p. 350.
                   28  Cfr. Dichiarazione delli Pesi cit., con P. Verri, Considerazioni sul commercio cit., p. 323,
                tabella «Pesi e misure della Città di Milano», con A. Martini, Manuale di Metrologia cit., p.
                466, con G. Tonelli, Un filo di voci fra le pagine di Pietro Verri. Merci e «prezzi» del tessile nello
                Stato di Milano (anni sessanta del Settecento), FrancoAngeli, Milano, 2018, p. 47.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Aprile 2021
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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