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408 Rosario Lentini
doganali, tratta e cassa nell’estrazione di diversi generi per fuori Re-
gno» . Giovanni Cimino, altro mercante di panni e tessuti originario
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di Positano, risiedeva, invece, a Cefalù, dove aveva acquisito la quali-
fica di «privilegiato» . Nel 1803, l’ormai “don” Felice Buonocore, domi-
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ciliato messinese, era proprietario di una «loggia di Panni» anche a Si-
racusa, affidata al suo fiduciario Baldassare Parlato . Giosuè e Giu-
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seppe Di Palma tenevano bottega a Canicattì dal 1780 circa . Quello
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stesso anno, un numero imprecisato di positanesi «commoranti in
questo regno di Sicilia», con capofila i Buonocore, inviarono un memo-
riale alla Suprema Giunta delle dogane per lamentare i «molti aggra-
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vij in pregiudizio della Mercatura, ed in danno del Commercio» ad
opera degli ufficiali delle dogane siciliane e specialmente di quelli di
Catania, «giacché sotto pretesto della visita che loro fanno per la rico-
noscenza delle Merci, e generi, che si portano per smerciarli nel Regno
esigono dritti esorbitanti» . Le richieste arbitrarie si manifestavano
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pure in forma di duplicazione dell’imposizione doganale, come ben de-
scritto in un ulteriore ricorso firmato da altri positanesi:
dietro di avere scasciati nelle due Regie Secrezie di Palermo, e Messina li
loro Panni ed altre merci, ed ivi fatta la rividitura, ed imbollatura, e pagati li
Regj dritti doganali trasportano detti generi previo lo Responsale per terra per
smerciarsi nelle rispettive Fiere del Regno, ed indi terminato lo giro di dette
fere ritornano altra volta col responsale della Città, ove abitano, quella por-
zione di panni, e merci rimastigli invenduti, sopra dei quali gli ufficiali delle
Dogane di sudette Città vogliono obligare li Ricorrenti a pagare di bel nuovo
altro dritto 74 .
Di diverso avviso era il ʻsegretoʼ di Agrigento, Calogero Sileci, il
quale, nel 1804, segnalava al Tribunale del Real Patrimonio i compor-
68 Asp, Sgd, b. 9, fasc. 140, ricorso di Michele e Mariano Montuoro con allegata
memoria del 20-9-1802.
69 Ivi, fasc. 223, databile primi mesi del 1803.
70 Ivi, b. 8, fasc. 30, 12-5-1803.
71 Asp, Rsi, b. 4323, lettera di Vincenzo Speciale al re, Palermo, 14-7-1806; si riporta
lʼinformazione del capitano e dei giurati di Canicattì che attestano la presenza dei Di
Palma da 27 anni, «fanno colà i venditori di Panni, e pagano i Dazj, come gli altri Pae-
sani».
72 P.S. Canale, La riforma doganale siciliana del 1802: conflitti e resistenze nella
“grande trasformazione”, relazione al VII Congresso dellʼAssociazione Italiana di Storia
Urbana ʻFood and the Cityʼ, Padova 3-5 settembre 2015, https://www.acade-
mia.edu/19415084/; Id., La Suprema Giunta delle Dogane e la riforma doganale di Gio-
van Battista Scaglia, «Itinerari di ricerca storica», a. XXXIII-2019, n. 2 (nuova serie).
73 Asp, Sgd, b. 5, fasc. 20, «Memoriale delli Negozianti Positanesi Commoranti in
questo Regno di Sicilia», luglio 1803.
74 Ivi, fasc. 56, ricorso di negozianti positanesi databile settembre-ottobre 1803; Ivi,
b. 10, fasc. 298, ricorso dei negozianti positanesi residenti a Catania, 8-3-1803.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Agosto 2021
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)