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410 Rosario Lentini
[sic], che si suppone aver negozio in Girgenti, e Canicattì; Ma né per lo primo,
né per questi secondi si spiega nella denunzia, se tali negozj siano ammini-
strati da’ congiunti, o dagli estranei.
2° Negozianti Positanesi, che sono stati sempre di residenza in Positano, o
in altri luoghi del Regno di Napoli, e che lo sono attualmente; che non hanno
negozio stabilito in Sicilia, ma che tengono de’ considerabili capitali cogl’inte-
ressi annuali al 10 per 100 in mano di altri loro Nazionali, i quali hanno ne-
gozio in questo Regno.
Sono principalmente questi creditori sborsanti i fratelli Don Raffaele, Don
Francesco, e Don Camillo Rossi figli ed eredi del defunto Don Salvatore. Vi
sono pure Don Luigi, Don Gaetano e Don Nicolò Cinque padre e figli. I debitori
poi di somiglianti capitali sono di un numero significante, i nomi de’ quali
credo inutile ripetere. Sono bensì nella maggior parte, e forse tutti Positanesi
stabiliti col loro rispettivo negozio in varie parti di questo Regno.[…] Ma le
stesse regole, che sopra ho rassegnate non possono militare per le persone
contenute nella seconda classe, e perciò i capitali, ch’essi hanno in questo
Regno, sono evidentemente compresi nel numero de’ beni di persone abitanti
in paese nemico, e soggetti a confisca.
Il magistrato Artale proponeva, perciò, la confisca dei loro capitali, «es-
sendo essa non la pena della fellonia, ma l’esercizio di quel diritto di
guerra, che fa occupare da Vostra Maestà i beni delle persone, che abi-
tano nel paese nemico, ed essendo perciò fondata non sulla prova della
condotta personale, ma sulla sola circostanza del luogo di dimora» .
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Sta di fatto, comunque, che il ruolo dei positanesi rimase centrale
anche dopo lʼeditto napoleonico di «Blocco continentale» del 21 no-
vembre 1806, con il quale si proibiva alle navi britanniche di appro-
dare nei porti europei controllati dai francesi. Gli effetti sul commer-
cio mediterraneo e su quello internazionale si avvertirono in termini
di riduzione del volume degli scambi e di rarefazione di alcune merci
e prodotti, con conseguente crescita esponenziale del contrab-
bando . Di contro, Malta e la Sicilia diventarono i due principali em-
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pori commerciali monopolizzati dagli inglesi . Se ci si avvale di unʼal-
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tra fonte documentaria preziosa ‒ i Journals del mercante di Leeds,
76 Asp, Rsi, b. 4323, lettera del marchese Artale al re, Palermo, 29-8-1811.
77 P. Calcagno, Fraudum. Contrabbandi e illeciti doganali nel Mediterraneo (Sec.
XVIII), Carocci editore, Roma, 2019, pp. 147-197.
78 M. DʼAngelo, Mercanti inglesi in Sicilia 1806-1815. Rapporti commerciali tra Sicilia
e Gran Bretagna nel periodo del Blocco continentale, A. Giuffrè, Milano, 1988. Della
stessa Autrice: Mercanti inglesi a Malta 1800-1825, FrancoAngeli, Milano, 1990; British
Trade and Merchants in the Mid-Mediterranean: an Alternative Market during the Napo-
leonic Wars, in C. Vassallo, M. DʼAngelo (eds.), Anglo-Saxons in the Mediterranean: Com-
merce, Politics and Ideas (XVII-XX Centuries), Malta University Press, Malta, 2007, pp.
97-114; ‘The Emporium of Trade of the Two Seas’. The Re-launching of the Port of Mes-
sina, 1784-1815, in M. D’Angelo, G. Harlaftis, C. Vassallo (eds.), Making waves in the
Mediterranean cit., pp. 651-667.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Agosto 2021
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)