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I mercanti della «nazione napolitana» a Palermo nel Settecento 405
lisciati di Venezia, droghetti e fustaini d’Inghilterra, Londres colorati,
panni à fasion d’Olanda, panni di Padova, saie di Inghilterra, di Nimes,
di Francia e di Germania, saie di Germania allʼuso di Francia, saiette
di Bergamo, tele musoline, telette di cotone, velluti di cotone ed altro
ancora.
Complementare a questa presenza mercantile quasi specializzata e
che non riguardava soltanto la capitale siciliana, era pure lʼassidua fre-
quentazione di numerosi capitani e padroni di mare ʻregnicoliʼ campani,
che assicuravano i collegamenti mercantili infra e fuori Regno e di cui
si ha testimonianza anche dalle fonti della Secrezia di Trapani, ma che
potrebbe trovare riscontro in altri porti dellʼisola. Già Orazio Cancila
aveva segnalato lʼafflusso di numerosi natanti provenienti da Ischia,
Procida, Torre del Greco, Castellammare di Stabia, Gaeta e Vietri per
caricare sale e, come ha osservato Michela DʼAngelo, allʼinizio dellʼ800:
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«I navigli messinesi e napoletani erano molto attivi nelle rotte siciliane e
napoletane e, insieme, costituivano lʼ84% circa della marineria borbonica
attiva nel porto di Messina» . In un registro della dogana trapanese del
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1801-1802 risalta il ruolo preminente dei marittimi di Sorrento, con i nu-
merosi Cacace e Cafiero, che facevano la spola da Napoli, Messina e Pa-
lermo e che percorrevano la rotta adriatica per caricare legname a Fiume
e a Brindisi, con tappe intermedie a Goro e Manfredonia .
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È giocoforza supporre ‒ scrive Biagio Passaro ‒ che gli armatori
e capitani napoletani fossero già collegati alla rete di commissionari
e case commerciali internazionali che abbracciava di sicuro le coste
del Mediterraneo e, dallʼaltra, che lʼeconomia del Regno, pur se in
una posizione svantaggiata, fosse inserita nel sistema degli scambi
internazionali che rifornivano il Mezzogiorno dei prodotti esteri di
cui mancava (manufatti, spezie, legname e minerali), e ne estrae-
vano i prodotti agricoli di cui abbondava (olio, vino, grano, frutta
secca, essenze) .
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51 O. Cancila, Aspetti di un mercato siciliano cit., pp. 82-85.
52 M. DʼAngelo, Aspetti commerciali e finanziari cit., p. 239.
53 Asp, Trp, np, reg. 492, suddiviso in due parti, nella prima: «Nota de’ manifesti,
che si fanno da’ rispettivi Capitani, e Padroni, che con loro barche approdano venuti da
Infraregno con mercanzie, o senza dell’anno quinta Indizione 1801 e 1802» (n. 820);
nella Seconda i «manifesti» relativi alle barche approdate da fuori Regno (n. 421). Sul
totale di 1.421 manifesti, 190 riguardano padroni di mare e capitani di: Sorrento (115),
Procida (21), Vietri (17), Conca (14), Vico (13), Castellammare di Stabia (5), Gaeta (2),
Torre del Greco (2), Ischia (1).
54 B. Passaro, La navigazione mercantile napoletana nel Settecento, in B. Passaro, M.
Sirago, P.B. Trizio (a cura di), Al servizio della Capitale e della Corte cit., pp. 13-14; A.
Berrino, I sorrentini e il mare, in P. Frascani (a cura di), A vela e a vapore cit., pp. 29-
53; M. Sirago, Le città e il mare. Economia, politica portuale, identità culturale dei centri
costieri del Mezzogiorno moderno, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 2004, in parti-
colare pp. 33-39.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Agosto 2021
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)