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406 Rosario Lentini
4. I positanesi e la loro presenza in Sicilia
Lʼinserimento dei positanesi nei mercati dellʼisola fu capillare, ma
non avvenne senza contrasti con i negozianti siciliani, che più volte
fecero ricorso al Tribunale del Real Patrimonio, per impedire che essi
potessero effettuare direttamente il trasporto e la vendita al minuto e
allʼingrosso nei diversi paesi. Non a caso, nel 1763, dovette intervenire
il re per confermare «le Sovrane determinazioni prese negli anni 1735
e 1737, confirmate e fattesi eseguir poi nel 1760 […] nellʼintelligenza
che […] dovranno esser mantenuti li Positanesi, ed altri di questo Re-
gno [di Napoli] in quellʼantica libertà di vendere a minuto, ed allʼin-
grosso, secondo il primo decreto del Tribunale del Patrimonio fu ad
essi loro permesso» .
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È stato rilevato da Francesco Benigno che «i mercanti pannieri del
Regno di Sicilia avevano ottenuto una sentenza del Tribunale del
Concistoro (14 marzo 1761) che riservava esclusivamente [ad essi] la
vendita al minuto» . Lʼopposizione e lʼostruzionismo dei «mercadanti
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siciliani» non si attenuava neppure quando ai positanesi veniva rico-
nosciuto il privilegio di cittadinanza. Dʼaltronde, i negozianti locali
ben sapevano che i tempi lunghi dei processi decisori delle magistra-
ture, cui si rivolgevano strumentalmente per bloccare lʼattività dei
ʻregnicoliʼ del Napoletano, erano già sufficienti a danneggiare i con-
correnti.
Perciò con le lagrime agl’occhi ‒ scrivevano in una supplica alcuni posita-
nesi ‒ postrati [sic] a Pie’ del Real Trono di Vostra Maestà la pregano con tutto
l’intimo del loro Cuore volersi degnare di ordinare al sudetto Viceré, che do-
vesse con tutta la esattezza possibile di fare eseguire i privileggj d’essi Suppli-
canti, acciocché possano essi vendere la sudetta mercanzia immessa, e per
essi i loro giovani di Bottega per poter pagare i loro Creditori, giacché non è
giustizia, che i poveri supplicanti siano così malamente trattati da’ Mercadanti
Siciliani, dopo di aver acquistato il privileggio della Cittadinanza, e dopo d’aver
immesso in quel Regno da circa docati 100000 di panni .
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I negozianti positanesi Felice Montuoro e Matteo Di Martino si
erano stabiliti rispettivamente a Licata (dal 1755) e a Girgenti (dal
55 Asp, Rsi, b. 2822, doc. 28, lettera al viceré marchese Fogliani a firma del segretario
di Stato di Azienda e Commercio, Juan Asenzio de Goyzueta, Napoli, 13-1-1763; sugli
assetti delle segreterie di stato del primo periodo borbonico cfr. C. Salvati, LʼAzienda e
le altre segreterie di stato durante il primo periodo borbonico (1734-1806), «Rassegna degli
archivi di Stato», Roma, 1962, quaderno n. 14, p. 15.
56 F. Benigno, Ultra Pharum. Famiglie, commerci e territori nel Meridione moderno,
Donzelli, Roma, 2001, pp. 81.
57 Asp, Gpc, b. 160, supplica al re dei negozianti positanesi Felice Montuoro e Matteo
Di Martino, 12-3-1768.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Agosto 2021
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)