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Recensioni e Schede 497
Mediterraneo. Nell’ampia introdu- una popolazione emigrate per inse-
zione a Colonizzazione sabauda e rirsi altrove, senza recidere i legami
diaspora greca, Salice illustra la più con la terra e comunità d’origine.
aggiornata storiografia sul fenomeno Ecco dunque le colonizzazioni e le
delle colonizzazioni in Europa, in diaspore del titolo del libro.
particolare nel corso del Sei e Sette- Il Mediterraneo sembrava un
cento. L’approccio dall’alto, da un contesto meno investito da questa
piano politico e istituzionale, con il pratica. Certo, in età moderna il
territorio disabitato, che andava ri- mare era una costellazione di città
popolato con comunità intese come portuali, ognuna dotata di colonie e
mero elemento demografico, anche a comunità di forestieri. Il forestiero
prescindere dalla loro appartenenza era qualcosa di scontato. E se per le
etnica e confessionale, è riscontra- varie diaspore ormai ci sono diversi
bile in più parti del continente, ma studi, soprattutto per quelle greche e
soprattutto nei contesti di recente in genere cristiane ortodosse (ricor-
conquista e quindi di riorganizza- diamo, anche come stato dell’arte, i
zione territoriale. Questo lo vediamo recenti studi di Mathieu Grenet e
dalla Prussia di Federico II all’Un- Angela Falcetta), il fenomeno colo-
gheria di Maria Teresa d’Asburgo, nizzazione è ancora da valutare nel-
alla Russia di Caterina II. Nuova l’insieme del Mediterraneo moderno.
gente per nuovi luoghi, tramite un Dobbiamo sempre a Giampaolo Sa-
atto in genere rappresentato come lice l’organizzazione di un seminario
atto di magnanimità del sovrano: il internazionale e la curatela di un im-
re che trasformava la terra, la ren- portante libro, La terra ai forestieri
deva fertile e ospitale e, nel con- (Ospedaletto Pisa, Pacini, 2017), che
tempo, salvava dalla miseria intere offre un primo raccordo di indagini e
popolazioni. E così facendo, lo sap- riflessioni in merito all’area mediter-
piamo, rafforzava il proprio potere ranea. Si tratta di un ottimo punto
sovrano. di partenza.
La colonizzazione fu spesso un In Colonizzazione sabauda e dia-
processo di consolidamento, sul spora greca Salice cerca di cogliere
piano sociale, delle terre di frontiera tutte le sfaccettature del fenomeno
e fu, rispetto alla totalità della so- delle colonizzazioni organizzate. Il
cietà suddita, un atto che rafforzava primo capitolo, Isole mediterranee e
la sua diversificazione, creando mi- diaspora, ricostruisce la fase prepa-
lieu di convinta dipendenza e ubbi- ratoria della colonizzazione. L’inseri-
dienza verso il potere del re. Come mento di una comunità greca, origi-
scrive Salice, «i coloni coinvolti sono naria da Maina nel Peloponneso, in
quasi sempre etnicamente, linguisti- Corsica (genovese) tra gli anni 1675
camente, culturalmente diversi dai e il 1750, nonché la presenza di mer-
sudditi del principe che vara i piani canti greci a Minorca ancora inglese,
di popolamento. Gli Stati preferi- avevano ispirato il progetto di colo-
scono affidare la frontiera a stra- nizzazione che Giorgio Cassara pro-
nieri, specie se dotati di competenze, pose al re di Sardegna, Carlo Ema-
risorse, capacità considerate neces- nuele III, nel 1746. Si trattava di
sarie da chi ne programma e indi- spostare in Sardegna diverse comu-
rizza l’insediamento» (p. 13). Proprio nità greche sia dal Peloponneso sia
in risposta a queste esigenze si quelle già introdotte in Corsica e Mi-
creano le diaspore, quelle parti di norca. L’obiettivo era creare un
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Agosto 2021
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)