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segnalato al Segretario di Stato Casoni l’abitudine dei padri apostolici
di sostituire la Domine Salvum fac Imperatorem Nostrum Napoleonem,
finalmente tradotta e adottata, con l’orazione in uso in Antico Regime
e pronunciata dai francescani tripolini ai tempi della monarchia bor-
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bonica Quaesumus Omnipotens Deus pro Rege .
L’omissione del nome di Bonaparte e la sostituzione di quest’ultimo
col riferimento ai sovrani francesi rovesciati dalla Rivoluzione – altro
tratto ricorrente della resistenza religiosa al potere imperiale – consentiva
dunque ai missionari di poter rendere esplicita la propria distanza da un
regime ritenuto illegittimo, del quale non condividevano le scelte maturate
sul piano liturgico e rappresentato da un commissario prepotente e
dispotico; un aspetto che si sarebbe reso ancor più evidente l’anno suc-
cessivo, quando anche a Tripoli iniziò a circolare e progressivamente a
diffondersi la notizia della scomunica emessa del pontefice Pio VII nei
confronti degli usurpatori del patrimonio di San Pietro all’indomani del-
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l’occupazione francese degli Stati romani . La voce dell’anatema, che i
funzionari imperiali avevano cercato invano di tenere celata, una volta
raggiunte le coste libiche nel luglio 1809, offrì infatti un valido pretesto
ai padri missionari per disconoscere pubblicamente la tutela francese e
per astenersi dall’assecondare le disposizioni del console Beaussier che
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riguardavano il pronunciamento della preghiera in onore di Napoleone .
L’opposizione dei missionari, della cui particolare virulenza fu per-
fino informato Bonaparte, da quel momento in avanti si manifestò dun-
que in maniera incessante, inducendo Beaussier a richiedere a più
riprese al nuovo ministro dei Culti Bigot de Préameneu la rimozione
del prefetto Antonio da Castelnuovo e la sostituzione di quest’ultimo
45 «[…] Les Pères e la Mission persistent aussi dans la résolution de ne point rempla-
cer l’oraison, qui était en usage dans les tems des Rois, par la Domine Salvum fac Impe-
ratorem Nostrum Napoleonem.» (Ascep, Scritture riferite nei Congressi, Prima Serie,
Barbaria, Vol. X, f. 476, Nota [Copia], il plenipotenziario Alquier al Segretario di Stato
Casoni, Roma, 5 febbraio 1808).
46 Sulle reazioni suscitate dall’emissione della bolla di scomunica Quum memoranda,
cfr. B. Melchior-Bonnet, Napoléon et le pape, Le Livre contemporain, Paris, 1958, p. 119
sgg.; J.-O. Boudon, Napoléon et les cultes cit., pp. 263-268.
47 «[…] Mi viene riferito da certi cattolici nazionali tripolini giunti giorni sono in questo
Porto con bastimento di quel Bassà, essere quella missione in massima dissenzione e
sciagura. Avendo l’attual Prefetto P. Antonio unitamente al P. Teodoro sentito dalla Sicilia
aver il Santo Padre dichiarato scommunicato l’Imperator Napoleone pub[b]licarono, e
dichiararono essere incorso anche quel Ministro, e tutta la sua Nazione. […] Si sono li
Missionarj levati da quella Protezzione, e si sono messi sotto a quella di Spagna.» (Ascep,
Scritture riferite nei Congressi, Prima Serie, Barbaria, Vol. X, f. 521, Lettera, Massimiliano
da Onano a Monsig. Quarantotti Segretario e delegato della Sagra Congregazione di Pro-
paganda Fide, Livorno, 19 gennaio 1810).
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Aprile 2018 n.42
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)