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316 Andrea Azzarelli
Cesare Ballanti è uno dei tanti nomi senza volto della storia ita-
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liana . Funzionario del ministero dell’Interno sin dalla metà degli anni
Settanta dell’Ottocento, egli giunge agli onori delle cronache nella
Napoli di primo Novecento quando, questore della città, dirige le inda-
gini su un duplice delitto, quello di Gennaro Cuocolo e Maria Cutinelli,
trovati morti il 6 giugno 1906. Si tratta di due piccoli esponenti della
criminalità napoletana, ricettatore il primo ed ex prostituta la seconda.
L’omicidio ha tutta l’aria di un regolamento di conti, una vendetta per
una spartizione di refurtiva. Su questa pista si muovono le indagini
della Questura, ma non mancano indizi convincenti che collegano
l’omicidio a Enrico Alfano, detto Erricone, considerato uno dei capi
della criminalità partenopea.
Il nome che corre sulle bocche di tutti è camorra: Enrico Alfano e il
fratello Ciro, Gennaro Ibello e Giovanni Rapi, a banchetto il giorno
dell’omicidio in un ristorante poco lontano dal luogo di ritrovamento
del cadavere di Cuocolo, vengono arrestati e rilasciati di lì a breve, il
17 luglio 1906. L’ipotesi che il duplice omicidio sia di matrice camorri-
stica non convince il giudice istruttore e la magistratura si persuade
che la pista da seguire sia quella della vendetta, di una rappresaglia
per questioni di refurtiva. Non la pensa così Fabbroni, capitano dei
Carabinieri di Monteoliveto, che decide per lo scontro a viso aperto con
la Questura, additando, in un incontro con il capo della Polizia napo-
letana, i legami tra politici e camorristi, tra questi ultimi e i funzionari,
tra Ballanti e la malavita della città. Di lì a breve, un pentito si fa avanti
a sostenere le ipotesi dei Carabinieri. Si tratta di Gennaro Abbatemag-
gio, giovane malavitoso da tempo confidente di polizia. Grazie alle sue
rivelazioni si aprirà uno dei processi più famosi di inizio secolo, il cosid-
detto processo Cuocolo.
Chi sia il questore della città, nella ricostruzione storiografica, passa
decisamente in secondo piano: a interessare sono le storie di camorra
e politica che riverberano dalle aule processuali, nei dibattimenti che
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si svolgono dalla primavera del 1911 e per i 12 mesi successivi .
1 È stato Clive Emsley a parlare una prima volta dei poliziotti francesi come degli
uomini senza volto della storiografia d’Oltralpe. La definizione è applicabile ai poliziotti
italiani, anche se la storiografia inizia a muovere dei primi passi, cfr. C. Emsley, The
French Police: Ubiquitous and Faceless, «French History», 1989, n. 3, pp. 222-227. Per
un elenco aggiornato degli studi sulle polizie si veda la bibliografia curata dal CEPOC
[ultima consultazione: aprile 2018], cfr. http://www.cepoc.it/materiali/bibliografia-
nota/bibliografia-temi
2 Sul processo Cuocolo esiste un’ampia bibliografia, cfr., almeno, M. Marmo, “Processi
indiziari non se ne dovrebbero mai fare”. Le manipolazioni del processo Cuocolo (1906-
1930), in M. Marmo, L. Musella (a cura di), La costruzione della verità giudiziaria, Clio-
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Agosto 2018 n.43
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)