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Cesare Ballanti. Una carriera di polizia... (1846 – 1910)        319



             di imporre la sua autorità, vieta ai figli e alla moglie la frequentazione
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             di alcune famiglie democratiche :
             e da questo per non si sa quale infernale astuzia mosse la catena dolorosa delle
             sue sventure. La moglie irritata da tale divieto, rompe la coniugale soggezione,
             i figli continuano la tresca per poco che il padre, onde attendere all’esercizio
             della sua professione, abbia a muovere di casa, ed il maggiore si mostra in
             breve  tempo  già  così  dotto  nella  scienza  degli  empi  da  invocare  contro  la
             paterna autorità la libertà individuale. Di qui la resistenza della consorte con-
             tinuata per più anni, la depredazione delle cose domestiche, ed infine l’abban-
             dono della casa coniugale per ricoverarsi in un luogo diffamato, ove i figli ogni
             giorno sono testimoni di scandalose scene. Né basta. Dopo venti giorni dalla
             partenza della consorte il Ballanti venne col mezzo della forza pubblica con-
             dotto in carcere colla incolpazione di mentecatto! 14

                Sono eventi forse successivi ai rivolgimenti del 1849 – la citazione è
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             del 1853 –, ma che di quegli avvenimenti hanno tutta la tensione, in
             un confuso miscuglio di difficoltà familiari e profondi dissidi politici:
             Cesare percorre i primi passi dell’infanzia in una famiglia divisa, in con-
             flitto, nella quale il vibrare delle contese dell’Italia degli anni ’50 si inne-
             sta sui difficili rapporti tra il padre e la madre, tra il genitore e i figli.
                La politica rimarrà una costante nella vita del giovane romano; così,
             verso la metà degli anni Sessanta, all’indomani dell’Unificazione, la
             famiglia Ballanti è costretta all’esilio, coinvolta nelle attività del Comi-
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             tato Nazionale Romano . L’accusa è di cospirazione contro lo Stato e
             Cesare, allievo del Collegio dei gesuiti come i suoi fratelli prima di lui,
             viene espulso, abbandona Roma e si dirige a Napoli, dove decide di
             arruolarsi come volontario. Presterà servizio nel 1° e 8° reggimento fan-
             teria dal 9 novembre 1864 al 2 dicembre 1870 e lascerà l’Esercito con
             il grado di sergente, dopo aver combattuto contro il brigantaggio in Sici-
                                                                 17
             lia e aver partecipato alle campagne militari del 1866 .



                13  Nella supplica del 1853 Ascanio fa riferimento a tali Montagnani e Mauri, cfr. “Bal-
             lanti Ascanio a ministro dell’Interno” cit.
                14  Ibidem.
                15  Cfr. “Prefetto delle scuole del Collegio Romano”, 04/12/1850, allegato a “Ballanti
             Ascanio a ministero dell’Interno”, supplica del 1853 cit.
                16  Cfr. “Prefetto di Agrigento a ministero dell’Interno”, lettera n. 15 del 06/01/1888,
             in Fasc.Ballanti. Non è chiaro quale fosse la posizione del padre. Sull’attività del Comitato
             Nazionale Romano, compagine di ispirazione liberale guidata da Giuseppe Checchetelli
             ed effettivamente impegnata in attività cospirative, cfr. I. Bellini, Il Comitato Nazionale
             Romano ed il Governo Italiano nel 1864, «Rassegna Storica del Risorgimento», 1927, pp.
             123-187; F. Bartoccini, La “Roma dei Romani”, Istituto per la Storia del Risorgimento
             Italiano, Roma, 1971.
                17  Ballanti riceverà una medaglia commemorativa per la partecipazione alle battaglie
             del ’66, cfr. “Pel ministero dell’Interno a ministero della Guerra”, copia di telegramma


             n.43                            Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Agosto 2018
                                                      ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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