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312 Antonio Trampus
diretta nel novembre 1868, anche se appena due anni dopo lo avrebbe
costretto alle dimissioni per contrasti sulla politica monetaria della
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Banca Nazionale nella quale Costantini era stato impegnato .
Perché il gruppo dei promotori di Ca’ Foscari aveva contato tanto
sul triestino Costantini? Esponente di punta del gruppo liberale e
membro di spicco della comunità ebraica triestina, Raffaele Costantini
era stato nel 1848 uno dei segretari della Società dei triestini e colla-
boratore stretto del dalmata Federico Seismit-Doda, riparato in Italia
e poi deputato della Sinistra storica e futuro ministro delle finanze con
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interim del tesoro dal 1878 . Eletto nel 1861 nel Consiglio comunale
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di Trieste , Costantini era stato sottoposto ad attenta sorveglianza da
parte della polizia, era emigrato a Firenze divenendo segretario del-
l’agenzia generale della Riunione Adriatica di Sicurtà diretta proprio
da Seismit-Doda ed era stato processato in contumacia per alto tradi-
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mento . Le sue competenze di carattere economico, peraltro molto sot-
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tovalutate da Berengo , riguardavano specificatamente il problema
dello sviluppo dei commerci in relazione ai porti franchi e al loro ruolo
geografico. Ma il significato della nomina di Costantini era chiaramente
politico: già all’indomani del 1848 Costantini si era impegnato attiva-
mente per dimostrare al governo piemontese come l’unione di Trieste
e di Venezia al futuro Regno d’Italia fosse giustificata da ragioni di geo-
grafia economico-politica e dagli indubbi vantaggi che il Piemonte ne
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avrebbe ricavati . Nella Memoria sulle condizioni politiche ed economi-
che della città di Trieste del 1866 48 scritta per essere portata all’atten-
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zione di Bettino Ricasoli , Costantini aveva dedicato poi ampio spazio
ad un’analisi della politica economica del governo asburgico che, pur
42 M. Berengo, La fondazione cit., p. 60. Si veda anche Isvsla, Archivio Luzzatti, busta
36, nr. 1605, lettera di Francesco Ferrara a Luigi Luzzatti, nr. 1605.13.
43 Sulla figura di Seismit-Doda conviene ancora rimandare all’ampia biografia di L.
Sanzin, Federico Seismit-Doda nel Risorgimento, Cappelli, Bologna, 1950.
44 A. Scocchi, Gli ebrei di Trieste nel Risorgimento italiano, «Rassegna Storica del
Risorgimento», 38 (1951), p. 650.
45 G. Cervani, Nazionalità e stato di diritto nel pensiero di Pietro Kandler. Gli inediti del
procuratore civico, Del Bianco, Udine, 1975, p. 58.
46 A Berengo risultava pubblicato un suo unico scritto del 1869 sul corso forzoso
delle monete e ciò lo faceva stupire della nomina a professore a Ca’ Foscari, cfr. M.
Berengo, La fondazione cit., p. 60 n. 24.
47 Si veda la posizione di Costantini discussa da A. Millo, Trieste 1830-1870: From
Cosmopolitanism to the Nation, in Laurence Cole (ed.), Different Paths to the Nation.
Regional and National Identities in Central Europe and Italy 1830-70, Palgrave Macmillan,
New York, 2007, pp. 73-74.
48 R. Costantini, Memoria sulle condizioni politiche ed economiche della città di Trieste,
Barbera, Firenze, 1866.
49 G. Sapelli, Trieste italiana, mito e destino economico, FrancoAngeli, Milano, 1990,
p. 56.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Agosto 2018 n.43
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)