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           una polemica a mezzo stampa che arriva sin nelle aule parlamentari e
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           si connota per una chiara «impostazione giustizialista» . Sarà proprio
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           quel clima, che paralizza la Questura e «ogni iniziativa del prefetto» ,
           a travolgere Ballanti.
              La sera del 7 agosto 1910 in casa dell’ormai ex questore non ci sono
           che Alessandro, figlio diciottenne di Cesare e impiegato postale, e la
           cameriera Lea Brandimarte. Da alcuni mesi Ballanti è stato colpito da
           paralisi ed è afflitto da una profonda depressione. A soli 64 anni, egli
           è reso invalido e incapace a muoversi. Le tre figlie che vivono con lui
           sono in villeggiatura a Cori, una piccola cittadina di collina a una cin-
           quantina di chilometri da Roma. Dopo cena il figlio esce a passeggio e
           la cameriera si ritira nelle sue stanze. Ballanti rimane solo, sdraiato
           su una chaìse-longue della sala da pranzo. Il cadavere verrà ritrovato
           qualche ora dopo dal figlio Alessandro:

              Il Ballanti rimase solo nella stanza da pranzo, sdraiato su di una chaise
           longue, presso la tavola, sulla quale ardeva una candela. E fu così che egli ebbe
           agio di mettere in esecuzione il suo tristo disegno. Alle 23.30, infatti, il figliuolo,
           ritornando a casa, ebbe la dolorosa sorpresa di trovare il padre già morto per
           una revolverata che si era esplosa alla tempia destra. Nel parossismo della
           disperazione chiamò dapprima la cameriera, quindi scese a precipizio le scale,
           si recò ad avvertire del tragico fatto una pattuglia di guardie di città, che si tro-
           vavano a passare per via Cavour. Accorsero infatti per primi gli agenti Rizzo e
           Poce e più tardi il vice-commissario Mascioli da Campitelli e il cav. De Silva
           della Questura. Sul tavolo presso il suicida fu rinvenuto un biglietto diretto
           alle signorine Ballanti, nel quale si leggono poche parole di estremo saluto; in
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           terra fu trovata una rivoltella di piccolo calibro mancante di un solo proiettile .













              86  Marcella Marmo sottolinea come l’impostazione aggressiva nei confronti della Que-
           stura da parte dei Carabinieri trovi convergenze in certe fasce della Sinistra napoletana
           e nazionale. Se alcuni quotidiani, come La Propaganda, sono diffidenti verso l’Arma ed
           evitano campagne di stampa sulle collusioni tra camorra e politica, altri, come La Scintilla
           o, per l’appunto, l’Avanti! prendono posizione in favore del fronte colpevolista. In Parla-
           mento saranno in particolare Turati, Ferri e Bissolati ad accusare la Questura di Napoli
           e il Governo di Giolitti, cfr., M. Marmo “Processi indiziari non se ne dovrebbero mai fare”.
           Le manipolazioni del processo Cuocolo (1906-1930), cit., pp. 141-143.
              87  Ivi, p. 145.
              88  Il suicido del comm. Ballanti, «Manuale del funzionario di sicurezza pubblica e di
           polizia giudiziaria», 1910, p. 256.



           Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Agosto 2018       n.43
           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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