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336 Enrico Iachello
Nel 2010 le Annales, la prestigiosa rivista francese, dedicarono un
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numero speciale a Savoirs de la littérature . Il tentativo, esplicito, era di
provare a spingere gli storici (e i letterati) a uscire dalla situazione di
impasse e contrapposizione in cui li aveva in qualche modo costretti la
provocazione di Hayden White, che sfumava la differenza tra i due ‘saperi’
e riconduceva la storia alla ‘fiction’. La gran parte degli storici aveva rea-
gito alle tesi dello studioso statunitense rivendicando, giustamente, la
propria ‘diversità’ e l’ancoraggio a un regime di ‘verità’ irrinunciabile per
la disciplina. La lista è lunga, mi limito a citare Carlo Ginzburg, per la
chiarezza e l’erudizione con cui respinge «la tendenza moderna ad abolire
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la distinzione tra storia e finzione», e un contributo più recente di Giu-
seppe Ricuperati che, sia pure a proposito della storia della lettura, in
modo convincente esplora legami e diversità tra racconto letterario e sto-
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ria . Si resta però comunque nell’ambito di una reazione difensiva che
non ha molto aiutato la ripresa dei rapporti con la letteratura.
I curatori del citato numero delle Annales spostano invece il ter-
reno sul confronto tra ‘saperi’: «Plutôt que de traquer la part de fiction,
de narration ou d’invention stylistique dans les textes des historiens;
pourquoi ne pas s’interroger sur la nature du savoir dont la littérature
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est elle-même porteuse?» . E invitano gli storici ad accreditare alla let-
teratura «une capacité à produire, par les formes d’écriture qui lui sont
propres, un ensemble de connaissances, morales, scientifiques, philo-
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sophiques, sociologiques et historiques» . Non si tratta di porre le due
forme di conoscenza in competizione (operano a livelli differenti), ma
neanche in contrapposizione, bensì in una prospettiva di possibile col-
laborazione che del resto renderebbe più consapevole una pratica in
qualche modo diffusa. Gli storici leggono i romanzi e a volte li citano
per rafforzare le loro interpretazioni, i romanzieri spesso leggono gli
storici per dar ‘coerenza’ alle loro ‘finzioni’.
Il tentativo di confronto può svilupparsi in vari modi e con varie
modalità: dall’esame dell’apporto della letteratura di un’epoca alla
conoscenza della società di quell’epoca (ad esempio gli studi su Balzac
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di Jerôme David) , al ruolo che la letteratura svolge in alcuni contesti
1 E. Anheim, A. Lilti (eds.) Savoirs de la littérature, «Annales. Histoire, Sciences
Sociales», n. 2, mars-avril 2010.
2 C. Ginzburg, Il filo e le tracce. Vero falso finto, Feltrinelli, Milano, 2006, p. 156.
3 G. Ricuperati, Riflessioni su storia e narrazione in margine ad un libro recente,
«Rivista Storica Italiana» II, agosto 2011, pp. 720-740.
4 E. Anheim, A. Lilti, Introduction a Savoir de la littérature cit., p. 253
5 Ivi, p. 254
6 J. David, Balzac, Une éthique de la description, H. Champion, Paris, 2010. Nel
citato numero delle Annales si veda dello stesso autore, Une “réalitè à mi-hauteur”. Exem-
plarités littéraires et généralisations savantes au XIXe siècle, pp. 263-290.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Aagosto 2018 n.43
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)