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542 Renzo Sabbatini
Della Declaration del pretendente Giacomo Stuart, un documento
che non ha trovato nella storiografia internazionale l’attenzione che
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merita , l’Offizio sopra le differenze dei confini, il Magistrato dei Segre-
tari e lo stesso Consiglio generale della Repubblica di Lucca discute-
ranno per un intero anno, dal dicembre 1722 al dicembre 1723.
Affronteranno – come vedremo – anche l’analisi del contenuto e cer-
cheranno di ricostruire se ci sia stata qualche falla (volontaria o incon-
sapevole) nel meticoloso sistema di controllo-servizio messo a punto
dai governanti in occasione della permanenza a Bagni di Lucca della
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coppia reale . Del testo – che trascrivo in appendice – il passaggio che
turba di più i reggitori della Repubblica è, comprensibilmente, la clau-
sola finale: «Given at our Court at Lucca this present tenth of Septem-
ber 1722 and in the twenty first year of our Reign».
Clementina Sobieska, che viaggiava in incognito sotto nome di con-
tessa di Cornovaglia, era giunta a Lucca nel tardo pomeriggio del 22
luglio 1722 e la mattina seguente, di buon’ora, si era trasferita a Bagni
di Lucca. Il consorte, il pretendente al trono d’Inghilterra Giacomo
Stuart, l’aveva raggiunta il 7 agosto con la motivazione ufficiale di
«testificare colla propria voce le obligazioni che ne professa alla Repu-
blica Serenissima […] avendone avute puntuali e lunghe relazioni dalla
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stessa sua regia consorte» . Gli ingombranti personaggi, sempre omag-
giati dal governo lucchese come re e regina d’Inghilterra, lasciano
Lucca il 21 settembre. Il sospiro di sollievo dei governanti, dopo due
mesi di sovraesposizione internazionale e di impegno interno, era più
che comprensibile. Ma la quiete non dura a lungo.
La lettera che l’inviato Giovanni Carlo Vanni spedisce dalla corte di
Vienna il 10 dicembre si apre con le ultime indiscrezioni raccolte – pur
1 Nella ricostruzione più recente e completa della sollevazione giacobita che aveva al
centro Francis Atterbury, vescovo di Rochester (E. Cruikshanks e H. Erskine-Hill, The
Atterbury Plot, Palgrave MacMillan, Basingstoke, 2004) si parla in poche righe del pro-
clama: viene letta in Parlamento il 16 novembre e poi è fatta bruciare. George Granville
(Lord Lansdowne) commentò con disprezzo: «The declaration has had a very thorough
operation, et has made both Houses break a great deal of wind which stink all over
Europe» (pp. 167-168). Non si fa però menzione del trasferimento di Giacomo a Bagni di
Lucca, elemento tutt’altro che secondario nell’economia del piano, perché Giacomo con-
tava, da lì, di spostarsi senza dare sospetto per imbarcarsi dal vicino porto di Genova,
dove erano pronte tre imbarcazioni rifornite di armi. Un rapido accenno alla Declaration
in F. Dhondt, Balance of power and Norm hierarchy. Franco-British diplomacy after the
Peace of Utrecht, Brill, Leiden-Boston, 2015, p. 70, nota 149. L’autore ha rinvenuto una
copia del proclama in National Archives, State Papers, 78, 171, f. 273r e sgg.
2 La vicenda è ricostruita in R. Sabbatini, Una Repubblica tra due re. La visita a Lucca
del pretendente Stuart nelle settimane dell’Atterbury Plot, in «Mediterranea – Ricerche sto-
riche», a. XV, n. 42, aprile 2018, pp. 95-124.
3 Vedi Appendice A.
4 Differenze 458, Lettera di Fatinelli, Roma 3 agosto 1722.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Dicembre 2018 n.44
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)