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Una repubblica tra due re: la Declaration di Giacomo Stuart 543
nella grande riservatezza dei ministri inglese e francese – a proposito
dell’andamento del congresso di Cambrai: si dice «che i trattati di pace
caminano per la loro strada ordinaria; e che tutto dipende dal punto
delle investiture che si devono concedere all’Infante D. Carlo». Né Vanni
manca di riferire una voce che si era diffusa in precedenza, a proposito
di una soluzione alternativa: «la cessione all’Infante D. Carlo dei regni
di Napoli e di Sicilia, mediante la quale restasse la successione delli
stati del serenissimo Gran Duca e del signor Duca di Parma a pieno e
assoluto arbitrio e comodo dell’imperatore». Aggiunge poi che dalla
Lorena è giunto un plico al suo inviato che tratta del problema del Mon-
ferrato da riconoscere ai Savoia: voci dicono che la Lorena sia forte-
mente appoggiata da Londra, ma – commenta il diplomatico lucchese
– «qui per altro non mi par punto diminuita la confidenza che passava
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fra il ministro di Inghilterra e quello dello stesso re di Sardegna» . È un
passaggio del dispaccio significativo per noi oggi, perché ci permette di
cogliere nella quotidianità dei rapporti dei diplomatici presenti in una
corte le modalità di funzionamento del “mercato” dell’informazione poli-
tica e ci indica il senso vero, per uno stato insignificante nel quadro
europeo come Lucca, di avere rappresentanti diplomatici a Vienna
come a Madrid. I governanti lucchesi leggevano con avidità il passo del
proprio inviato come fonte di notizie internazionali non così lontane
come potrebbero apparire, visto che il destino del granducato li riguar-
dava molto direttamente. Certo notizie (come quella dell’ipotesi, che si
rivelerà profetica, dell’assegnamento a Carlo del regno di Napoli) spesso
smentite nel dispaccio successivo, ma attraverso le quali la Repubblica
si va formando il quadro degli equilibri europei proprio nel loro con-
traddittorio prender forma.
Ma la lettura del dispaccio di Vanni riservava ai membri dell’Offizio
sopra le differenze, e poi ai senatori, ben altro motivo di sorpresa e di
preoccupazione:
Essendosi osservato che ne gli ultimi fogli di Londra si fa menzione di alcuni
manifesti colà giunti e arrestati in tutte le poste del regno, e che si dicono spe-
diti dal re Giacomo o, come detti fogli esprimono, dal Pretendente colla data
del 10 di settembre da codesta Città, qualche buon amico mi ha fatto nascere
il sospetto che forse il governo presente di Inghilterra e suoi ministri tutti
potranno fare qualche particolare attenzione alla data suddetta, e concepirne
alcuna amarezza come se costì si fosse data la mano all’impressione de’ mani-
festi medesimi risvegliando con ciò quelle gelosie alle quali si ebbe qualche
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timore quando quel principe era a codesti Bagni .
5 Differenze 198, Lettera di Vanni da Vienna, 10 dicembre 1722, n. 360.
6 Ibidem.
n.44 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Dicembre 2018
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)