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Sabbatini (saggi)_5  14/12/18  09:32  Pagina 552






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                    La nostra corte parte per la Savoia verso la fine di questo mese, e io credo
                 d’essere obbligato a seguirla per vedere celebrar le nozze del principe di Pie-
                 monte con la principessa d’Hassen Rhinfeltz. Ecco, oltre una gran fatica, una
                 spesa considerabile per me. Io amerei meglio d’impiegare il mio danaro in que-
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                 ste cose belle che si trovano in Firenze .
                    Ma a Lucca questi aspetti della figura di Molesworth non sono noti,
                 e comunque i governanti hanno a che fare con il suo carattere ufficiale
                 di inviato del re Giorgio, che chiede conto – con le modalità traverse
                 che abbiamo ricostruito – delle accoglienze giudicate politicamente
                 inaccettabili tributate al Pretendente. Offizio delle differenze e Consiglio
                 generale si attivano immediatamente all’arrivo della missiva dell’am-
                 basciatore Orsucci: le Differenze elaborano un memoriale già il 9 agosto
                 e il Senato ne discute due giorni dopo.
                    La prima reazione è la sorpresa, «vedendo svegliarsi adesso per parte
                 del Re Giorgio una grave doglianza contro quello si operò dalla Repu-
                 blica nostra nell’anno passato con il Re Giacomo Stuardo e la regina
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                 sua consorte» . Il ministro di Inghilterra a Vienna – riflettono – ne fu
                 informato a suo tempo dall’ambasciatore Vanni e «mostrò restar per-
                 suaso non havere operato la Repubblica che quello poteva convenirsi
                 alla stima ed ossequio dovuto a dui principi di rango così riguardevole»;
                 e neppure lo stesso Molesworth, che a Pisa aveva frequentato molti ari-
                 stocratici lucchesi nel passato inverno, aveva mai fatto parola della
                 questione. L’ipotesi è che l’inviato inglese abbia maturato quella «mala
                 impressione» durante la sua recente permanenza ai Bagni di Lucca,
                 dove magari «persone poco circospette» avrebbero potuto rivelargli det-
                 tagli esagerati sulla visita di Giacomo Stuart, anche se aveva mostrato
                 di gradire il regalo presentatogli all’arrivo, e nel partire non aveva fatto
                 «alcuna espressione». Unico neo, nella sua permanenza, una piccola
                 incomprensione con il Commissario dei Bagni a proposito delle armi
                 personali (uno sgarbo, peraltro, che al funzionario, come vedremo,
                 costerà la destituzione).
                    L’interpretazione che Offizio e Consiglio sposano è quella più bene-
                 vola, che cioè l’inviato, «con una parte assai modesta, et obligante, che
                 a parer nostro non è seguita senza special commissione del Ministero
                 d’Inghilterra», abbia voluto dar modo alla Repubblica di fugare ogni
                 possibile equivoco. Da qui una considerazione rassicurante: il Consiglio
                 può «viver quieto sulla sicurezza che ha d’haver bensì secondato il suo
                 genio benefico nell’accogliere i medesimi principi con atti di stima e di
                 cortesia», ma senza aver fatto passi tali da dare «un giusto motivo di




                    31  Ibidem, pp. 170 e 172.
                    32  Consiglio 408, Riformagioni segrete 1722-1723, 11 agosto 1723, pp. 486-493.


                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Dicembre 2018     n.44
                 ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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