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Sabbatini (saggi)_5  14/12/18  09:32  Pagina 551






                   Una repubblica tra due re: la Declaration di Giacomo Stuart     551


                      Su John Molesworth, protagonista per alcuni mesi del dibattito
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                   interno al senato lucchese, conviene spendere qualche altra parola .
                   Come già a Firenze, anche a Torino – dove ha il carattere di inviato
                   dalla fine del dicembre 1720 al luglio 1725 28  – egli gioca un ruolo cul-
                   turale di primo piano con i suoi contatti con Filippo Juvarra, come
                   osservatore attento della vita artistica nella fase di teorizzazione del-
                   l’immagine architettonica della città come instrumentum regni e come
                   tessitore della rete che lega la capitale sabauda a Firenze, Londra e
                   Dublino . Appassionato di musica, a Torino si ricorda la sua orga-
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                   nizzazione di uno splendido concerto da camera in occasione del com-
                   pleanno del Principe di Galles (futuro Giorgio II) nel novembre 1723 .
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                   Nel resoconto dei suoi viaggi Charles De Sainte-Maure, che lo ha
                   conosciuto a Torino, definisce Molesworth «the Delight of this whole
                   court»; e Giovanni Bottari, nella sua Raccolta di lettere sulla pittura,
                   riporta una missiva spedita da Torino nel giugno 1724 molto signifi-
                   cativa per come parla del suo dovere di diplomatico e dei suoi inte-
                   ressi artistici:







                      27  Primogenito maschio sopravvissuto dei 17 figli di Robert Molesworth e di Letitia
                   Coote, John era stato battezzato il 4 dicembre 1679. Il padre Robert (1656-1725), primo
                   visconte Molesworth di Swords, si era formato al Trinity College di Dublino. Nel 1684
                   aveva fatto una serie di viaggi e si era fermato in particolare in Olanda dove si era con-
                   quistato la stima del principe d’Orange. Probabilmente per questo, nel 1689, con la “glo-
                   riosa rivoluzione”, fu scelto come inviato in Danimarca, esperienza da cui trasse un
                   infuocato Account of Denmark che gli creò problemi con la corona inglese e lo spinse a
                   ritirarsi a Dublino. Amico di Shaftesbury e di Toland, la sua carriera politica subì le
                   oscillazioni della fase convulsa del regno della regina Anna: dapprima in ascesa per i
                   suoi rapporti con Lord Godolphin e Marlborough, poi emarginato dal ministero tory di
                   Robert Harley, e poi di nuovo in auge con Giorgio I, ma ormai più attivo in Irlanda che
                   a Londra. Il figlio John, vive di riflesso le fasi di alterna fortuna politica della famiglia
                   (Hayton, Molesworth, Robert cit.). Non lineare neppure la carriera militare del fratello
                   Richard (1680-1758), già aiutante di campo di Marlborough durante la guerra di suc-
                   cessione spagnola e protagonista, sotto il generale Carpenter, della battaglia di Preston
                   nel corso della sollevazione giacobita del 1715, ma che poi attraverserà fasi di difficoltà
                   finanziarie (H.M. Chichester, revised by J. Spain, Molesworth, Richard. Third Viscount
                   Molesworth, in Oxford Dictionary of National Biography cit., 2004 e 2007). Poetessa di
                   qualche nome, la sorella Mary (1677?-1715) sposata a George Monck, membro del par-
                   lamento irlandese. Di lei è interessante sottolineare – come dato rivelatore dell’interesse
                   culturale per l’Italia che caratterizza la famiglia – le traduzioni da Petrarca, Della Casa,
                   Tasso, Guarini, Marino (M.J.M. Ezell, Monck [née Molesworth], Mary, in Oxford Dictionary
                   of National Biography cit., 2004).
                      28  Morirà pochi mesi dopo il suo rientro in patria, il 17 febbraio 1726.
                      29  Turin and the British cit., p. 15.
                      30  L’episodio è ricordato in K. Vlaardingerbroek, Faustina Bordoni applauds Jan Alen-
                   soon: a Dutch music-lover in Italy and France in 1723– 4, «Music and Letters», 72 (4),
                   1991, pp. 536-551: 539-542, citato in Wolfe, John Molesworth cit., p. 170.


                   n.44                         Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Dicembre 2018
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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