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588 Silvana D’Alessio
Il trattato di Geronimo Gatta, un medico di Sala Consilina, Di una
gravissima peste che nella passata Primavera, e Estate dell’anno 1656
depopulò la città di Napoli […], edito a Napoli, nel 1659, e dedicato a
Beatrice Caracciolo dei duchi di Airola, è uno dei testi più noti relativi
alla peste che colpì Napoli nel 1656, ma ancora poco si conosce dell’au-
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tore e della sua descrizione del morbo, in una parola, controcorrente .
Oltre alla propria esperienza diretta, furono utili a Gatta gli aforismi
«de peste» di Santorio Santorio, inclusi nell’edizione del 1634 del De sta-
tica medicina (la cui prima edizione risale al 1614) . Santorio (Capodistria,
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1561 – Venezia, 1636), medico e confidente di Paolo Sarpi e vicino a Gali-
leo Galilei, fondatore della iatromeccanica ed ideatore di vari strumenti
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utili allo studio quantitativo dei fenomeni fisici , scrisse i suoi aforismi
all’indomani della peste a Venezia nel 1630. Gatta li cita frequentemente
(in alcuni casi cita due volte lo stesso aforisma), lodandolo sempre come
«verdatiero», «fedelissimo e sottilissimo», «sottilissimo e di verità». Nelle
pagine che seguono, si illustrerà il modo in cui Gatta descrive la peste,
mettendo in luce le novità del suo trattato e le sue affinità con i contributi
dei medici napoletani più dotti e audaci di quegli anni.
Polveri
Come racconta Gatta stesso, si trovava a Napoli quando scoppiò la
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peste. Erano i primi di febbraio ed era Carnevale ; fu invitato a visitare
un «gentiluomo» dell’Aquila, nel carcere della Vicaria, tale Fabio
1 G. Gatta, Di una gravissima peste, che nella passata Primavera, & Estate dell’anno
1656 depopulò la Città di Napoli, suoi Borghi, e Casali, e molte altre Città, e Terre del suo
Regno. Familiar Discorso Medicinale, in tre libri diviso, dedicato alla «Illustrissima Signora
D. Beatrice Caracciola de Signori Duchi d’Airola: Duchessa di Martina, Contessa di Buc-
cino, e del Castelluccio, signora di Motola, e di luoco rotondo [sic], eruditissima di varie
scienze» [d’ora in poi: Gatta, Di una gravissima peste], Napoli, Luc’Antonio di Fusco,
1659; il trattato è anticipato da sonetti di alcuni membri della sua famiglia e Accademici
Vigilanti, di Polla (vicino Sala).
2 S. Santorio, De statica medicina et de responsione ad Staticomasticem aphorismorum
sectionibus octo comprehensa, M.A. Brogiollum, Venetiis, 1634, pp. 126-140 («De peste»;
si tratta di quindici aforismi); ora in italiano in G. Ruozzi (a cura di), Scrittori italiani di
aforismi, Mondadori, Milano, 1997, vol. I, pp. 623-624. Ha contribuito a riaccendere l’at-
tenzione su Santorio il convegno su Humours, mixtures, corpuscles. International Confe-
rence, a cura di F. Bigotti e J. Barry (18-20 May 2017, Pisa); sugli aforismi di Santorio è
in preparazione un saggio di chi scrive e di V. Nutton.
3 Cfr. G. Trebbi, Santorio Santorio, Dizionario Biografico degli Italiani, 90 (2017). Chia-
risce il rapporto di ossequio per Galilei la lettera del 9 febbraio 1615 con cui Santorio inviò
allo scienziato una copia del De statica: in M. Del Gaizo, Ricerche storiche intorno a Santorio
Santorio ed alla Medicina statica, «Resoconto delle adunanze e dei lavori della Reale Acca-
demia Medico-Chirurgica di Napoli», XLIII (genn.-dic. 1889-1890), pp. 111-113.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Dicembre 2018 n.44
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)