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590 Silvana D’Alessio
dico, Francesco Liotta, il 12 maggio, parteciparono tra gli altri il medico
Carlo Pignataro, galenista ortodosso, e il medico Onofrio Riccio, allievo
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del celebre Marco Aurelio Severino . Il contrasto tra medici tanto diversi
per formazione e obiettivi era inevitabile; alla fine però prevalse il
parere di chi riteneva che quello che stava affliggendo Napoli non fosse
un «morbo pestilenziale»; secondo lo stesso parere, il male sarebbe
potuto diventare peste ed era utile adottare alcune misure, come quella
di distruggere tutto il pesce di cui si era cibata la plebe durante la Qua-
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resima, possibile causa di peste . Nello stesso tempo, si accesero «fuo-
chi grandissimi» nelle piazze per purificare l’aria e si pulirono le strade.
Il male però non si arrestava. Poco dopo, si diffuse la notizia che attri-
buiva il morbo all’azione di certi «untori», «nemici della Corona», che
andavano spargendo delle «polveri», in più luoghi. Vari presunti «untori»
furono quindi linciati, finché il viceré non cercò di riprendere il con-
trollo della situazione , mandando a morte un ‘untore’ e punendo
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coloro che avevano partecipato agli episodi più efferati .
Tutto questo, con il senno di poi, apparve fatale alla popolazione più
del morbo. L’autore di Il lago d’Agnano utile et innocente (1664), iden-
tificato nell’Accademico Investigante Sebastiano Bartoli, osservò che il
peggio si sarebbe potuto evitare se alcuni non avessero sostenuto una
voce che evidentemente distraeva dai veri obiettivi che si dovevano per-
seguire. Quella credenza, scrisse, «fe trascurare tutti i ripari, che
poteano reprimer il pestilente contagio, che disseminatosi dalle confe-
renze del popolo stesso per tutti i quartieri, desolò fra pochi mesi la
più populosa e fiorita città del Mondo» . Un anonimo testimone rac-
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conta qualcosa che conviene tener presente accanto a ciò: il protome-
9 Cfr. A. Rubino, Notitia di quanto è occorso in Napoli dall’anno 1648 per tutto l’anno
1657, «Archivio storico per le Province Napoletane», 19 (1894), pp. 696-710: p. 697; il
‘novatore’ Severino (1580- 1656) fu lettore di Anatomia e Chirurgia presso lo Studio di
Napoli dal 1622 al 1645; sulla nota rivalità tra Riccio, suo allievo, e Pignataro cfr. ora O.
Trabucco, Anamorfosi di un medico ‘eretico’ in R.M. Zaccaria (a cura di), Sebastiano Bar-
toli e la cultura termale del suo tempo, Leo Olschki, Firenze, MMXII, pp. 65-94: p. 72.
10 A. Rubino, Notitia di quanto è occorso in Napoli dall’anno 1648 per tutto l’anno 1657
cit., p. 697.
11 Cfr. D.A. Parrino, Teatro eroico, e politico de’ governi de’ vicerè del Regno di Napoli
dal tempo del Re Ferdinando il Cattolico fino al presente, Nella nuova stampa del Parrino,
e del Mutii, Napoli, 1694, t. III, pp. 39-40.
12 Cfr. Anonimo, Relazione della pestilenza accaduta in Napoli l’anno 1656, a cura di
G. de Blasiis, «Archivio storico per le Province Napoletane», 1 (1876), pp. 323-357: p. 334
sgg; cfr. anche P. Preto, Epidemia, paura e politica nell’Italia moderna, Laterza, Roma-
Bari, 1987, p. 85 e sgg.
13 Anonimo [ma Sebastiano Bartoli], Il lago d’Agnano utile et innocente con l’infusione
de’ lini e senza quella dannosissimo alla cittadinanza di Napoli, et a’ massari della Cam-
pagna felice, s.t., 1664, p. 20; sul testo cfr. M. Torrini, L’Accademia di Sebastiano Bartoli:
gli Investiganti, in Sebastiano Bartoli e la cultura termale del suo tempo cit., pp. 33-43.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Dicembre 2018 n.44
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)