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Da Altavalle alla Capperrina. Il monastero regio di Santa Maria di Basicò 681
IV, scrivendo agli ufficiali della Regia Curia, confermava il privilegio
concesso (Messina, 10 febbraio 1367, ind. V) a suor Margherita de Nu-
cara, monaca del monastero di Santa Maria de monialibus di Messina,
nella qualità di badessa del monastero di Santa Maria de Pietate, la
cui chiesa sotto lo stesso nome era stata fondata dal defunto fra Amalfi
nel territorio di Montalbano, presso il Casale nuovo, nella località de-
nominata «Linare, seu eciam Basico» di pertinenza della Regia Curia:
di poter ricostruire il monastero, riconducendolo al pristino stato; di
riottenere le terre e le grange ad esso, a suo tempo, assegnate. È evi-
dente, perciò, che gli edifici (o quanto rimaneva di essi) concessi non
potevano essere quelli del monastero in cui era stata impiantata la
comunità religiosa voluta da Federico III e dalla moglie, perché è chia-
ramente specificato che esso era stato fondato da fra Amalfi.
Vi sono, tuttavia, altre ragioni che portano a ritenere privo di valore
quanto riferito dal Pirri. Anzitutto, egli afferma di non conoscere il mo-
nastero di Santa Maria monialium di Messina e crede di poterlo inden-
tificare con un poco noto cenobio di Santa Maria de Monachis, sito
presso Fiumedinisi. Sappiamo, invece, che Santa Maria monialium,
primo monastero femminile della città del Faro, affondava le sue radici
nella prima età normanna e, intorno alla metà del ’400, aveva cam-
biato intitolazione, adottando il nome di San Gregorio , cosa che Pirri
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mostra di ignorare. Inoltre, egli qualifica suor Margherita come ba-
dessa di Santa Maria monialium, circostanza che non risulta dai su-
perstiti documenti di tale monastero . Ancora, le monache di Santa
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Maria monialium, e quindi anche suor Margherita, abbracciavano la
regola benedettina, mentre il monastero originariamente fondato ad
Altavalle osservava quella di Santa Chiara. Infine – come vedremo più
innanzi – la nuova sede messinese del monastero di Santa Maria di
incarnationis m° ccc° lxvi°, x° februari, quinte ind. (Hic inter alia conventur), f. u. dicta
abbatissa rehedificare et ad pristinum statum redurre monasterium ipsum // mona-
sterium ipsum (sic) ac prefatum privilegium, iuxta eidem seriem et tenorem, exequi in-
fallibiliter permutare nec non terras et grangias ad dictum monasterium pertinentes
eidem abbatisse vel (omni) pro ei nomine mandans et facians pro parte curie nostre
(restitui) a possessione dictarum».
13 Sull’argomento, v. H. Penet, Le Chartrier de S. Maria di Messina, Vol. I, Actes latins
conservés à la Bibliothèque nationale de Paris (1250-1429), Società Messinese di Storia
Patria, Messina, 1998; Id., Le Chartrier de S. Maria di Messina, Vol. II, Essai de recon-
struction raissonnée du chartrier, des origines à 1500 (1250-1500), Società Messinese di
Storia Patria, Messina, 2005, e, da ultimo, G. Mellusi, Da S. Maria ‘Monialium’ a S. Gre-
gorio. Riflessioni e precisazioni sul più antico monastero femminile di Messina, in G. Mel-
lusi, R. Moscheo (a cura di), KTHMA ES AIEI. Studi e ricordi in memoria di Giacomo Scibona,
Società Messinese di Storia Patria, Messina, 2017, pp. 291-302.
14 La presenza di suor Margherita come semplice religiosa del monastero messinese
è documentata dall’ottobre del 1383 al gennaio del 1403 (v. H. Penet, Le Chatrier, cit.,
ad indicem).
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Dicembre 2021
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)