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Da Altavalle alla Capperrina. Il monastero regio di Santa Maria di Basicò 685
riferito da Vito Amico , aveva dimostrato che la chiesa di Gesù e Maria
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(o della Candelora, o di Santa Maria dei Cerei) nulla aveva a che vedere
con i non meglio noti monastero femminile e chiesa di San Salvatore, di
rito greco, situati sempre a Rometta, ma che erano grangia dell’abate di
San Gregorio di Gesso.
Nuove conferme giungono, adesso, da importanti documenti, finora
ignorati:
– nel 1308-10, prima della fondazione del monastero di Altavalle, è
già attestato a Rometta un monastero femminile, intitolato a Santa
Maria, governato dall’abbadessa Maria, debitore verso il fisco pontifi-
cio di 30 tarì ;
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– nei più antichi registri di “Regie Visite” delle chiese di patronato
regio, compiute nel 1542 e nel 1552, non risulta che il monastero “ba-
siliano” di San Gregorio di Gesso avesse tra le sue dipendenze una
chiesa di Santa Maria (o del San Salvatore) situata in Rometta ;
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– in ultimo, in un atto notarile, di recente rinvenuto, si legge: «in
convicinio de la Batia Vecchia seu monastero Sancte Marie de Ba-
sico» .
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Possiamo, dunque, concludere che agli inizi del sec. XIV, a Rometta,
era già esistente un monastero femminile, intitolato a Santa Maria,
che osservava la regola ‘basiliana’, poiché nella documentazione su-
perstite è indicato come Santa Maria monialium graecarum e che tale
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indicare la chiesa bizantina con il nome di «San Salvatore di Rametta del monastero
della Madonna Annunziata» [C. Filangeri, Monasteri basiliani di Sicilia, (Palermo, 1980),
pp. 22-23].
28 V. Amico, Dizionario topografico della Sicilia, trad. dal latino ed annotato da G. Di
Marzo, II, Tip. di Pietro Morvillo, Palermo, 1856, pp. 408-409.
29 P. Sella, Rationes decimarum Italiae nei secoli XIII-XIV. Sicilia, Biblioteca Apostolica
Vaticana, Città del Vaticano, 1944, pp. 52 nr. 505; 66 nr. 860.
30 V. Asp, Conservatoria di registro, Regie Visite, vol. 1305, c. 85r; vol. 1308, c. 361r.
31 Il 22 novembre 1502, ind. VI, per atti del not. Lucifero de Lucifero, Parisio de
Parisio e la moglie, abitanti di Rometta, vendono a Domenica, moglie di Gilio Buctaro
due case terranee site a Rometta «in convicinio di la Batia Vecchia seu Sancte Marie de
Basico», confinanti con la casa di Pietro Riczu, la casa di Alfonso Garzara e altri, per il
prezzo di onze 2½ d’oro (Asm, Fondo Notarile Messina, vol. 2264B, c. 5rv).
32 In un recente studio relativo a Rometta nel sec. XV, una studiosa, a proposito di
questo monastero indica come bibliografia di riferimento un saggio di Giacomo Scibona
sulle chiese rupestri esistenti intorno al colle su cui è arroccata la cittadina peloritana.
Per quanto ci consta, sembra alquanto improbabile che un monastero di moniali, pur
se di rito greco e fondato in epoca normanna (affermazione questa non suffragata dalla
studiosa), ancora nel ’400 possa essere allocato fuori le mura del centro abitato e in
ambienti ipogei (nella fattispecie la Basilica in Contrada sotto San Giovanni, il Santuario
rupestre presso il Convento dei Cappuccini e la Cripta-Chiesa o Cella in Contrada Sot-
tocastello, ambienti esaminati dall’illustre archeologo nel suo saggio) (v. E. Vermiglio,
Tra città e contado: Rametta e il suo territorio. Primi risultati di ricerca, in P. Dalena, B.
Saitta (a cura di), Enrico Pispisa. Dalla storia alla memoria, Adda, Bari, 2014, pp. 233-
247: 244.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Dicembre 2021
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)