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                près sans influence, dans toutes les affaires qui ont une affinité religieuse, et
                que dans ce cas, la confiance du Saint Père appelle d’autres conseils, et no-
                tamment ceux des Cardinaux Antonelli et De Pietro [sic]. J’ai trouvé le Cardi-
                nal Consalvi parfaitement raisonnable et conciliant, sur tous les points où il
                n’y a pas prétexte à des discussions théologiques, et toutes les fois qu’il a pu
                se  décider  seul,  comme  homme  d’état,  et  d’après  ses  dispositions  par-
                ticulières 57 .

                   Sono corrette le affermazioni di Fesch secondo cui Consalvi sarebbe
                «tutto»  e  si  mette  invece  in  luce  come  nelle  questioni  ecclesiastiche
                siano altri, in particolare i cardinali Di Pietro e Antonelli, ad avere in-
                fluenza. Significativamente, a Consalvi è accostato l’aggettivo «conci-
                liante», e solo due settimane prima che si dimettesse, proprio su ri-
                chiesta del governo francese.
                   Anni dopo, nel 1810, in un incontro alle Tuileries con un gruppo di
                porporati, Napoleone dirà, rivolto a Consalvi, «Noi abbiamo avuto il
                torto nel farvi sbalzare dal Ministero. Se voi aveste continuato a essere
                in posto, le cose non sarebbero andate tanto innanzi» . Il cardinale,
                                                                     58
                sul momento e nelle sue memorie, interpreta queste parole dell’impe-
                ratore come un tentativo di fargli implicitamente ammettere che, re-
                stando segretario di Stato, avrebbe finito col cedere alle richieste fran-
                cesi, e per ben tre volte si permette di contraddire la sua illustre con-
                troparte . Ma è ben possibile che tale tardiva dichiarazione sia da in-
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                terpretare come l’ammissione di un ripensamento, iniziato con i primi
                dispacci inviati da Alquier, del giudizio circa la posizione e il ruolo gio-
                cato da Consalvi nel corso del suo primo ministero nei confronti della
                Francia. È però chiaro che si entra qui nel campo della pura conget-
                tura. Nei fatti, i giorni del cardinale alla segreteria di Stato, quando
                Alquier inizia a sfumarne di molto le presunte colpe agli occhi del pro-
                prio  governo,  sono  contati.  Il  17  giugno,  nel  voluminoso  corriere
                straordinario con le risposte che Caprara dovrà dare alle diverse ri-
                chieste francesi alla Santa Sede, si trova anche una lettera partico-
                lare , in cui il segretario di Stato annuncia al cardinal legato che il
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                papa ha accettato le sue dimissioni dall’incarico.






                   57  Dispaccio di Charles Jean-Marie Alquier a Charles-Maurice de Talleyrand, Roma,
                3 giugno 1806, H. Perrin de Boussac, Un témoin de la Révolution cit., p. 200.
                   58  E. Consalvi, Memorie del cardinale Ercole Consalvi, a cura di M. Nasalli Rocca di
                Corneliano, Angelo Signorelli Editore, Roma, 1950, p. 101.
                   59  Su quest’episodio e il suo contesto, cfr. ivi, pp. 101-103.
                   60  Lettera particolare di Ercole Consalvi a Giovanni Battista Caprara, Roma, 17 giu-
                gno 1806, Documenti relativi alle contestazioni cit., v. 1, pp. 202-206.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Dicembre 2021
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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