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L’opera storiografica di Romualdo Giuffrida 725
incitamento a proseguire nell’attività di ricerca. Giuffrida terrà l’inca-
rico trapanese sino al 1967, curando in particolare la ricostituzione
della struttura documentaria di quell’archivio, i cui fondi erano ancora
in completo disordine per effetto dei bombardamenti. In particolare ha
salvato dalla sicura dispersione un complesso di 20.000 volumi di atti
notarili tra il XV e il XVIII secolo, che oggi costituiscono un patrimonio
preziosissimo non solo per gli storici locali ma anche per gli storici
dell’area mediterranea e anche del nord Europa, grazie all’intensis-
simo movimento del porto trapanese e ai rapporti commerciali dei suoi
operatori con i paesi mediterranei e con i paesi scandinavi. È appena
il caso di ricordare che Trapani era il primo porto toccato dalle imbar-
cazioni provenienti dalla Spagna, che dominava allora la Sicilia, ed era
il maggior produttore di sale, indispensabile ai paesi del nord Europa
per la salagione del merluzzo.
Mi piace ricordare anche il salvataggio, perché di salvataggio deve
parlarsi, delle carte gesuitiche, avvenuto proprio in quegli anni e sulle
quali io ho fatto le mie prime ricerche e le mie prime esperienze archi-
vistiche, anche se l’utilizzazione dei moltissimi dati raccolti non è mai
più avvenuta e ormai vi ho da tempo rinunciato. Questo lo dico per
documentare con la mia esperienza come la ricerca di uno storico
molto spesso vada ben oltre quella che appare dai testi che via via egli
riesce a pubblicare. Ma possiamo ricorrere all’esperienza dello stesso
Giuffrida: il figlio Ninni dopo la sua morte ha trovato una mole incre-
dibile di dati e fotocopie di documenti su Francesco Crispi e sull’Uni-
versità di Palermo, progetti sui quali egli lavorò a lungo ma che non
riuscì più a realizzare. Quello su Crispi era antico e forse risale proprio
agli anni attorno al 1960, sorto mentre curava la sistemazione delle
Carte Crispi. Giuffrida era un grande estimatore dei provvedimenti
amministrativi dello statista siciliano e li considerava la parte più si-
gnificativa e duratura della sua azione di governo. Più volte mi parlò
del suo desiderio di occuparsene con un apposito studio, di cui era
certamente una anticipazione il saggio Francesco Crispi e il problema
della riforma delle strutture amministrative dello Stato italiano apparso
nel 1966 su la «Rassegna storica del Risorgimento». Impegnato in altre
ricerche, non poté più portare a termine il progetto, ma non la smise
di raccogliere materiali, che adesso Ninni pensa di donare all’Archivio
di Stato. Della storia dell’Università di Palermo, dopo alcuni assaggi
della seconda metà degli anni Settanta, Giuffrida si occupò soprattutto
negli ultimi anni della sua vita: non andò oltre alcuni brevi studi, ma
la consistenza della documentazione raccolta dimostra la sua volontà
di affrontare il problema in ampiezza e profondità.
Alla base di un saggio storico c’è perciò quasi sempre un lavoro di
ricerca archivistica assai più ampio di quanto i dati utilizzati non la-
scino trasparire, un lavoro che l’occhio del lettore inesperto
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Dicembre 2021
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)