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L’opera storiografica di Romualdo Giuffrida 727
e anche qualche saggio di Giuffrida, non avemmo difficoltà a innalzarlo
a nostro comune maestro, rafforzando un legame che avrebbe trovato
un seguito dopo il mio trasferimento a Palermo nel 1967, che coinci-
deva anche con il ritorno definitivo in città di Giuffrida. Non è senza
significato il fatto che, dieci anni dopo, nel 1977, io abbia loro dedicato
un volumetto con le seguenti parole: «A Carmelo Trasselli e a Ro-
mualdo Giuffrida che mi hanno insegnato la via degli archivi».
Gli anni trapanesi di Giuffrida sono stati molti proficui dal punto di
vista scientifico. Ma le ricerche di storia politica e i lavori di archivistica
si fecero più rari sino a esaurirsi del tutto, mentre si facevano più fre-
quenti le indagini e gli studi sulla economia siciliana dell’Ottocento e
sulle strutture bancarie, che possono considerarsi pioneristici nel pa-
norama storiografico siciliano del tempo. E così, dopo il saggio già ri-
cordato sulle riforme amministrative di Crispi, Giuffrida ci darà sol-
tanto due altri lavori di storia politica: Orientamenti politici di Giovanni
Raffaele e Francesco Crispi sui problemi dell’unificazione italiana nel
1964 e La rivolta palermitana del 1866 nella diagnosi del crispino Giu-
seppe Maria Puglia nel 1966.
Con i saggi del 1966-67 L’amministrazione degli Archivi in Sicilia
dalla fine del secolo XVIII al 1843; La struttura documentaria dell’Ar-
chivio di Stato di Trapani; e Gli archivi e l’indagine della Commissione
parlamentare per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali, si chiu-
deva anche il filone dell’archivistica, un settore che Giuffrida abban-
donerà ormai quasi del tutto per dedicarsi interamente alle ricerche di
storia economica.
Stimolato da Trasselli, negli anni trapanesi Giuffrida aveva intensi-
ficato le ricerche nel settore della storia economica, approfondendo da
un lato un suo vecchio tema, quello dello sviluppo ferroviario, e
aprendo dall’altro un nuovo canale, quello della storia bancaria, che
costituirà poi a lungo il suo più importante cavallo di battaglia. Proprio
nel 1967 pubblicava Il Banco Regio dei Reali Domini al di là del faro, il
suo primo lavoro di storia bancaria che faceva luce sull’origine di
quello che sarà poi il Banco di Sicilia. Seguiva nello stesso anno Dalle
Casse di sconto di Palermo e Messina alla Cassa di Risparmio delle
province siciliane, uno studio sulle origini della futura Cassa di Rispar-
mio V. E. per le province siciliane.
I due saggi erano ripresi e in parte sintetizzati nel lavoro Il processo
di formazione delle strutture bancarie in Sicilia nel decennio preunitario,
mentre interamente nuovo era lo studio Aspetti del processo evolutivo
delle strutture bancarie in Sicilia prima dell’Unità: la soppressione del
Banco pecuniario di Palermo.
Al di fuori dei due temi fondamentali è invece il bel saggio sul falli-
mento della Società di navigazione «La Trinacria» di Pietro Tagliavia del
1963, quasi certamente suggeritogli dallo studio delle Carte Crispi, e
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Dicembre 2021
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)