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Henri Bresc
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                grano , che completano la prima ricerca di Maggiore-Perni e permet-
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                tono di individuare delle Sicilie diverse di popolamento e di attività
                agricole e complementari.
                   Trasselli  affronta  il  problema  dei  villaggi  abbandonati  a  partire
                dell’esperienza  francese,  con  una  recensione  del  volume  Villages
                désertés et histoire économique, pubblicato nel 1965 . Un articolo
                                                                     14
                precursore delinea, attorno alla figura di un giudice medievale , la
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                formidabile crisi demografica della Sicilia del Duecento causata dalla
                guerra civile che provoca l’espulsione dei Saraceni, decine di "terre"
                rovinate per sempre nel Trapanese, nel Monrealese e nell’Agrigentino,
                strade intere di case abbandonate nel centro di Palermo, e determina
                la scelta dell’agricoltura estensiva in mancanza di manodopera. Egli
                fa notare che già in epoca normanna una parte dello spazio interno
                alle mura urbiche era occupata da «piccoli giardini, orticelli, cortili
                fioriti» .
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                   La curiosità lo porta anche ad abbozzare una ricerca sulla vita ma-
                teriale e sull’urbanesimo delle città di Palermo e di Trapani, partendo
                dal materiale filologico e dalla toponomastica . Egli sottolinea la per-
                                                            17
                manenza di certe forme generalmente collegate con il mondo islamico:
                il cortile, il corridoio a gomito (la sikifa); e di parole arabe conservate
                nel siciliano, come billacha, cloaca, parola in uso fino al Cinquecento.
                Pone inoltre l’accento sulla trasmissione assunta dalla comunità degli
                Ebrei, arabofona e a lungo ancorata ai modelli di vita materiale che
                risalgono al periodo illustrato dai documenti della Geniza del Cairo.
                Nell’insieme, le sue opinioni sono segnate da un solido pessimismo:
                egli ribadisce la miseria dei Siciliani dei secoli XIII-XV, in contraddi-
                zione con la sua eccellente conoscenza degli inventari conservati negli
                archivi di Trapani e di Sciacca in particolare. Oltre alle case dei nobili
                urbani e dei feudatari, gli inventari dei mercanti, degli imprenditori, di
                artigiani e di "borgesi" agiati danno un’immagine più sfumata, asso-
                ciando la ricchezza dei mobili alla relativa povertà delle strutture della
                vita quotidiana.


                XIV, in «Economia e Storia », XI, 1964, pp. 329-344 e Id., Una questione sul popolamento
                della Sicilia, in «Economia e Storia», 4, 1969.
                   13  Id., Sulla esportazione di cereali dalla Sicilia nel 1407-08, in «Atti della Accademia
                di Scienze Lettere e Arti di Palermo», s. IV, vol. XV, 1953-54, fasc. I, pp. 335-383.
                   14  Id, Villaggi deserti, in «Economia e Storia», 1966, pp. 249-252.
                   15  Id., Un giudice palermitano del Duecento, in «Economia e Storia», XII, 3, 1965, pp.
                337-343 e Id., Sulla popolazione di Palermo nei secoli XIII-XIV, «Economia e Storia», XXX,
                1964, pp. 329-344.
                   16  Id., Aspetti della vita materiale, in Storia della Sicilia, III, Napoli 1980, pp. 603-
                621.
                   17  Id., “Domus, Billacha, Sikifa, Kutuba, Maccagnanu”, in «Bollettino del Centro di
                Studi Filologici e Linguistici Siciliani», I, 1953, pp. 308-310.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Aprile 2022
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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