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Ricordando Carmelo Trasselli                                     203


                    scavo di Calathamet e quello di Calatabarbaro, assunto da Alessandra
                    Molinari.  La  Sicilia  orientale  è  poco  interessata:  eccezionali  sono  lo
                    studio di Costantino Caldo su Gioiosa Guardia, incluso nelle sue ri-
                    flessioni sullo Studio delle sedi abbandonate e la geografia e quello di
                    H. Bresc sui casali di Noto, che vede in questi abitati il prototipo delle
                    masserie moderne, forniti però di una chiesa.
                       Il bollettino ciclostilato ha dato notizia dei risultati delle prospe-
                    zioni, con articoli di riflessione e analisi delle ceramiche raccolte in
                    superficie elaborate da Franco D’Angelo. Ed è stato largamente diffuso
                    negli ambienti dell’incipiente archeologia medievale italiana.
                       Nel 1972, un numero monografico sul problema siciliano dei vil-
                    laggi  abbandonati  nel  medioevo  riunisce  un  gruppo  di  articoli  che
                    fanno il punto sulla ricerca e sulla necessità di progettare degli scavi
                    su siti esemplari delle diverse aree della Sicilia . Maurice Aymard par-
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                    tiva dalla critica della tesi di Christiane Klapisch Zuber e di John Day
                    nel volume Villages désertés et histoire économique (Paris, 1965) per
                    sottolineare la specificità del caso siciliano: qui fasi di abbandoni e di
                    ricolonizzazione non corrispondono affatto a crisi e riprese demografi-
                    che, né a crisi agricole e recuperi, bensì a momenti di potenza e di
                    debolezza delle città e delle "terre" nel lungo conflitto di bassa intensità
                    che le oppone alla feudalità per l’accesso alla terra dei feudi. Potenti,
                    le comunità impongono nel Trecento il raggruppamento delle popola-
                    zioni rurali dentro le loro mura. Deboli, nel Seicento, esse lasciano i
                    feudatari fondare delle nuove "terre" e perdono il controllo dei feudi.
                       L’anno successivo, un numero Sull’archeologia degli opifici indu-
                    striali riuniva studi anticipatori sul mulino ad acqua di Antonino Giuf-
                    frida e Girolamo Naselli Flores, di H. Bresc sul trappeto e di Geneviève
                    Bresc Bautier sui fonditori del Quattrocento.
                       Oltre ad animare il Gruppo, gli articoli di Trasselli sul GRAM, che
                    aveva il recapito nella sua abitazione di via De Spucches 9), davano
                    un metodo e una direzione preziosa: essi raccoglievano i primi risultati
                    della prospezione, l’analisi della documentazione archivistica e i sug-
                    gerimenti nati dalla discussione collettiva. Così per la Gurfa, masseria
                    trogloditica illustrata dalle pergamene dei Teutonici di Palermo: l’eti-
                    mologia veniva individuata nell’arabo ghurfa, "stanza nascosta" – da
                    preferire a julf, "dirupo" –; per Curubici, grotta a due piani, casale sop-
                    pravissuto  fino  al  Trecento  e  centro  di  produzione  di  ceramica;  per
                    Brucato,  posto  strategico,  già  rifondato  anteriormente  al  1307  da


                       39  M. Aymard, Villaggi abbandonati e villaggi di nuova colonizzazione in Sicilia; H.
                    Bresc, Il casale suburbano e la sua eredità: l’esempio di Noto; C. Caldo, Lo studio delle
                    sedi abbandonate e la geografia; F. D’Angelo, I villaggi abbandonati e l’archeologia; G.
                    Mannino, Tre centri medievali (Montagnola, Rocca Ramusa e Pietra Belice).


                                                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Aprile 2022
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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