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Ricordando Carmelo Trasselli                                     201


                    grazione di tecnici e di artefici di nuove macchine, anche avventurieri
                    e  sempre  ricercatori  dei  secreti  della  natura,  che  vengono  a  offrire
                    nuovi metodi per sfruttare miniere e impiantare aziende metallurgi-
                    che, anche manifatture di drappi o tecniche migliori per la tiratura del
                    filo di seta dal baco.
                       Lo studio delle miniere  dà altri esempi di questa immigrazione
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                    lombarda e toscana. L’attività mineraria del Quattro e del Cinquecento
                    lascia tracce numerose, cave di allume di Caccamo, ferriere di Fiume-
                    dinisi, che successivamente sono stati oggetti di studio da una nuova
                    generazione di ricercatori. Un altro campo ancora è quello dei percorsi
                    stradali e dei ponti , anch’esso ricco di tracce archeologiche; campo
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                    sul quale si esprime pienamente il pessimismo di Trasselli, precarietà
                    generale,  lentezza  degli  spostamenti,  esistenza  di  zone  separate  in-
                    torno ai porti e ai caricatori d’esportazione.


                    2. La fondazione del GRAM

                       La curiosità per i siti medievali abbandonati e per la costruzione di
                    nuovi  castelli,  fondaci,  mulini,  riunisce  attorno  a  Carmelo  Trasselli
                    una  piccola  équipe  di  amici,  Maurice  Aymard,  Henri  Bresc,  Franco
                    D’Angelo, Camillo Filangeri, Antonino Giuffrida, Girolamo Naselli Flo-
                    res, che nel tempo include anche Virginia Fatta del Bosco, Geneviève
                    Bresc Bautier, Costantino Caldo, Giovanni Mannino, Benedetto Rocco,
                    e conduce alla creazione del Gruppo di Ricerche di Archeologia Medie-
                    vale (GRAM). Inizialmente, i componenti, anche con altri occasionali
                    partecipanti, organizzarono delle prospezioni domenicali su siti cono-
                    sciuti e documentati da elenchi fiscali o da contratti notarili. Si sono
                    così perlustrati dei siti del Monrealese, noti attraverso la grande jarîda
                    [platea, rollo] del 1182: Disisa, Grisì, Curubici, poi ancora il sito di
                    Calatabarbaro, cioè Segesta medievale, e quello di Calathamet. Altre
                    prospezioni si sono portate sulla montagna che separa il Corleonese e
                    l’hinterland di Termini Imerese, a Marineo, a Cefalà vecchia/Chiara-
                    stella, sul Monte Hasu (Pizzo di Casa), alla Margana, a Fallamonaca e,
                    oltre il Fiume Torto, al sito rupestre della Gurfa, tholos antico e pre-
                    cettoria  medievale  dei  Teutonici ,  e  sul  sito  del  casale  di  Milocca,
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                    presso l’attuale Milena . Altre ricognizioni di superficie infine si sono
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                       24  Id., Miniere siciliane dei secoli XV e XVI, in «Economia e Storia», XI, 4, 1964, pp.
                    511-531.
                       25  Id., Les routes siciliennes du Moyen Âge au XIX e  siècle, in «Revue Historique», 509,
                    gen.-mar. 1974, pp. 27-44.
                       26  Id., La Gurfa, in GRAM, 20 maggio 1971.
                       27  F. D’Angelo, Il Casale di Milocca, in GRAM del 20 maggio 1971.


                                                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Aprile 2022
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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