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Ricordando Carmelo Trasselli                                     193


                    1. Negli Archivi fuori dalla Sicilia
                       Divenuto funzionario statale degli Archivi, in ogni città in cui era
                    stato  trasferito  adattava  le  sue  ricerche  ai  documenti  che  trovava.
                    Quando si era trovato nell’Archivio di Stato di Torino aveva scritto su
                    Un progetto di colonizzazione del Congo presentato a Vittorio Amedeo III
                    di Savoia (1932) e Documenti del R. Archivio di Torino relativi alla Cor-
                    sica, sec. XVI-XVII (1934).
                       Negli stessi anni Trenta, durante la sua residenza a Roma, pubbli-
                    cava: Librerie private nella Roma Cinquecentesca (1935), Un nuovo ver-
                    samento a R. Archivio di Stato di Roma. Il Consolato del Mare di Civita-
                    vecchia (1936), Un ufficio notarile per gli Ebrei di Roma (secoli XVI e
                    XVII) (1937) e La Repubblica romana del 1798-1799 (1939).
                       Negli  anni  Quaranta  era  ancora  trasferito  all’Archivio  di  Trento  e
                    pubblicava Veronesi e fiorentini a Merano nel secolo XIV (1940), inoltre
                    Moena  nei  secoli  XIV  e  XV:  nuovi  documenti  sulla  Val  di  Fiemme
                    (anch’esso nel 1940) ed ancora Un italiano in Etiopia nel XV secolo: Pietro
                    Rombulo, (1941). Questo articolo descriveva le vicende di un messinese
                    che era vissuto in Etiopia tra il 1430 e il 1450 ed è stato pubblicato su
                    una rivista pressoché irreperibile «Rassegna di Studi Etiopici» (ma un
                    estratto si trova presso la Biblioteca Comunale di Palermo).

                    2. Negli Archivi della Sicilia
                       Soltanto dopo il trasferimento all’Archivio di Stato di Trapani, si
                    nota in Trasselli la svolta verso la storia del periodo medievale e mo-
                    derno e verso i temi economici della Sicilia.
                       In un grosso registro di 270 fogli, che si conservava in quell’Archi-
                    vio, trovava segnate giorno per giorno tutte le merci che uscivano dal
                    porto e quelle che vi entravano e che gli consentirono di desumere
                    quale fosse stato Il Traffico del porto di Trapani nel 1598-1599 (pubbli-
                    cato nel 1947). Tra i commercianti apparivano molti cognomi di citta-
                    dini o abitanti di Trapani, moltissimi anche i non siciliani, in testa ai
                    quali genovesi, ragusei e catalani. Anche le navi erano forestiere e so-
                    prattutto ragusee, genovesi e catalane. Il porto di Trapani esportava
                    molto di più di quanto importava e il volume degli affari poneva in
                    primo piano l’esportazione del tonno, del cordame e del sale.
                       I documenti dell’Archivio di Stato di Trapani evidenziavano inoltre
                    che Il Consolato dei messinesi in Trapani (1948), sin dalla prima metà
                    del XV secolo, aveva giurisdizione in materia commerciale e marittima.
                    Inoltre il volume su I privilegi di Messina e di Trapani 1160-1355 (1949)
                    esaminava i privilegi concessi alle due città dai sovrani.
                       Altro  argomento  di  suo  interesse  erano  le  rivolte  cittadine.  Nella
                    storiografia  locale  erano  di  frequente  ricordati  i  moti  antifrancesi,
                    meno i moti anticatalani del ‘300 e del ‘400. Sul Vespro anticatalano




                                                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Aprile 2022
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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