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Ricordando Carmelo Trasselli                                     207


                    trenta) cui erano stati preposti due magistrati denominati Collaterali
                    del Senatore di Roma.
                       Dopo avere illustrato nel 1936 l’Archivio del Consolato del mare di
                    Civitavecchia,  dedicò  un  importante  saggio  agli  aspetti  giuridici  del
                    problema relativo all’apertura dei testamenti segreti conservati negli
                    Archivi di Stato. Da tale indagine emerge in particolare che, se il Go-
                    verno pontificio per l’apertura di tali atti aveva fissato il termine di 60
                    anni dal loro deposito e comunque previa richiesta degli studiosi inte-
                    ressati, l’amministrazione archivistica dello Stato italiano aveva invece
                    disposto che tali testamenti venissero aperti ex-offìcio dopo l00 anni
                    dalla loro consegna al notaio.
                       Allorché nel 1939, dopo appena 6 anni dall’ingresso in carriera, fu
                    preposto alla Direzione dell’Archivio di Stato di Trento, il Trasselli de-
                    dicò la sua attenzione non solo agli archivi comunali del Trentino, ma,
                    in particolare, al cifrario del Cardinale Cristoforo Madruzzo, Principe-
                    Vescovo di Trento, riuscendo a decrittare la corrispondenza che l’alto
                    prelato aveva tenuto con vari informatori nella seconda metà del Cin-
                    quecento.
                       Lo studio delle pergamene del Comune di Riva del Garda gli con-
                    sentì  nel  1942  di  accertare  che  sino  al  secolo  XII  nel  Principato  di
                    Trento il diritto longobardo era sopravvissuto ancora con tenacia. Da
                    quanto si è detto appare chiaro che nel primo decennio dall’anno del
                    suo ingresso nella carriera archivistica, il Trasselli pose in essere una
                    produzione strettamente connessa con i suoi compiti professionali de-
                    rivanti  dalla  sua  qualità  di  funzionario  scientifico  degli  Archivi  di
                    Stato.
                       Egli, tuttavia, in tale decennio aveva man mano maturato la sua
                    personalità scientifica se tra il 1951 e il 1952 diede alle stampe due
                    saggi che costituiscono il risultato di un’indagine di vastissimo respiro
                    compiuta  soprattutto  su  fonti  inedite,  reperite  presso  l’Archivio  di
                    Stato di Trapani di cui divenne Direttore nel 1947. Mi riferisco alla
                    monografia  su  Antonio  Fardella  viceammiraglio  di  Trapani  intesa  a
                    studiare le consorterie e un tentativo di signoria abortito in una città
                    demaniale e a quella su Sicilia, Levante e Tunisia.
                       Gli atti dei Notari trapanesi del ‘400 sui quali fece leva per costruire
                    tali monografie costituirono a mio avviso l’elemento catalizzatore di un
                    processo in fieri da tempo che trasformò il Trasselli da puro e semplice
                    Archivista di Stato in storico nella piena accezione della parola. A con-
                    clusione della monografia sul Fardella, stimolata dalla lettura di de-
                    cine e decine di atti reperiti nei registri di minute dei notai, da Scana-
                    tello a Scrigno, da Forziano a de Nuris, Miciletto, Milo e Zuccalà, il
                    Trasselli così scriveva:





                                                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Aprile 2022
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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