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                tarsi;  il  secondo  è  Olivares,  che  ne   materia  di  porto  franco  creassero
                assorbì ogni potenzialità, restituen-  spaccature in seno al ceto mercantile,
                done l’immagine del re dimezzato; il   generando al tempo stesso consensi e
                terzo  è  Luigi  XIV,  il  Re  Sole,  para-  contrarietà, nonché l’elaborazione di
                digma del sovrano forte e assoluto.    sistemi più o meno leciti per neutra-
                   «Non  lasciarsi  sedurre  dal  gioco   lizzare o aggirare il groviglio norma-
                degli specchi deformanti» è la via che   tivo. Inoltre, la storia ripercorsa con
                la  biografia  di  Aurelio  Musi  indica   rigore  e  puntualità  dall’autrice  ci
                per  approcciarsi  con  rispetto  della   aiuta a individuare una griglia di ele-
                storicità  alla  personalità  di  Filippo   menti da cui dipendevano le sorti di
                IV, il re malinconico.              un porto franco: la presenza di capi-
                                                    tali, l’esistenza di una cospicua mari-
                                 Rossella Cancila   neria,  la  solidità  delle  case  di  com-
                                                    mercio  autoctone,  la  «buona  fede»
                                                    della  piazza.  Il  problema,  per  Mes-
                Ida Fazio, Il porto franco di Messina   sina, è che difettava, almeno parzial-
                nel lungo XVIII secolo. Commerci, fi-  mente, di questi requisiti.
                scalità,  contrabbandi,  Viella,  Roma,   Non c’erano, però, solo problemi
                2021, pp. 224                       di natura strutturale. La vicenda del
                                                    porto peloritano fu costellata da una
                   L’istituto del porto franco sta at-  serie di interferenze, disgrazie, limi-
                traversando  una  fase  di  buona  for-  tazioni  che  non  gli  permisero  di
                tuna storiografica. Negli ultimi anni,   esprimere appieno le proprie poten-
                il progetto coordinato da Koen Stapel-  zialità.  Palermo  brigò  a  cavallo  di
                broek  all’Università  di  Helsinki  è   metà  Seicento  per  bloccare  una  ri-
                stato capace di conferire al tema un   forma  doganale  che  avvantaggiasse
                respiro  internazionale,  e  con  riferi-  Messina;  e  quando  si  decise  final-
                mento al contesto mediterraneo que-  mente  di  promulgare  un  editto  di
                sto  rinnovato  interesse  si  è  tradotto   porto  franco  (1695),  fu  perché  la
                nella conduzione di ricerche su casi   città  andava  risollevata  dalla  crisi
                specifici (vedi su tutte quella di Corey   economica  in  cui  era  sprofondata
                Tazzara su Livorno) e nel tentativo di   dopo la rivolta degli anni Settanta e
                sviluppare prospettive comparative e   la  perdita  del  monopolio  della  seta
                ipotesi  interpretative  complesse  (mi   della Sicilia orientale. Per di più, la
                riferisco alla tesi di dottorato di Anto-  regolamentazione adottata mostrava
                nio Iodice). Ora, l’agile e ficcante libro   evidenti limiti: controlli del Sant’Uf-
                di Ida Fazio su Messina aggiunge un   fizio,  balzelli  come  l’imposta  del
                altro importante tassello alla discus-  Grande  Almirante,  elevata  tassa-
                sione sui rapporti tra portualità e fi-  zione sulla merce in ingresso in città
                scalità nei secoli dell’età moderna.   e in transito verso il resto della Sici-
                   Una storia, quella del porto franco   lia non attiravano certo gli operatori
                messinese  «nel  lungo  XVIII  secolo»,   mercantili. Il porto franco messinese
                che  ci  ricorda  in  prima  battuta   non prevedeva decisive libertà né per
                quanto fossero mutevoli la natura e le   le persone né per le merci – i due car-
                caratteristiche di questo programma   dini di tale istituto, in linea teorica –
                di politica economica, che variava a   e nasceva con un nodo irrisolto, che
                seconda  della  congiuntura  e  degli   si rivelò irrisolvibile per tutto il corso
                obiettivi che di volta in volta venivano   della sua storia: quello tra interessi
                prefissi.  E  come  le  misure  prese  in   del fisco e politica di franchigia.





                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Aprile 2022
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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