Page 188 - 1
P. 188
456 Luca Andreoni, Giulio Ongaro
di grano e altre biade . Nell’agosto 1734, in relazione a un ipotetico
1
acquisto di grano, da vendere nel porto toscano, Recanati riportò, da
un lato, la speranza che il mercato livornese potesse raggiungere prezzi
soddisfacenti, trainati da quelli di Londra («li grani pare che princi-
piano a fare qualche movimento essendosi venduti i duri di buona
qualità […] e si crede che augumentaranno di vantaggio se continove-
ranno ad esser cari in Londra»); dall’altro lato, poco oltre nella stessa
lettera, mostrò alcune esitazioni circa la possibilità di concludere un
tale affare: «l’oppinione generale è che nell’Autunno questo capo sarà
un buon articolo, e qui và principiando a prendere qualche respiro,
ma il timore che ne possino giongere grosse partite da Londra et altre
parti del Nort ci fa sospendere di fare niun impiego» . Il timore era del
2
tutto fondato, dato che nello stesso giro d’anni le autorità annonarie
bolognesi si informarono sulla possibilità di acquisto di grano diretto
a Livorno e Genova e proveniente esattamente dall’Inghilterra, oltre
che dalla Polonia e dalla Danimarca .
3
Un mese più tardi, nel settembre 1734, la casa mercantile Recanati
scrisse ai Roux che ci si attendeva che il prezzo di vendita continuasse
a salire, ma che questo non consentiva loro di procedere con gli acqui-
sti, evidentemente perché non era agevole prevedere quali scenari di
prezzo dei grani si sarebbero realizzati; in particolare non era semplice
stimare se essi sarebbero stati effettivamente praticabili. Costi di tra-
sporto e stoccaggio, balzelli vari, intermediazioni, potevano far lievitare
il prezzo di vendita, che avrebbe dovuto rimanere competitivo sul mer-
cato locale e al contempo remunerare l’investimento .
4
1 Sulla famiglia Recanati rinviamo solamente a F. Trivellato, The Familiarity of Stran-
gers. The Sephardic Diaspora, Livorno and Cross-Cultural Trade in Early Modern Period,
Yale University Press, New Haven-London, 2009, pp. 61-63, 67, 94-95, 136. Sulla casa
mercantile Roux di Marsiglia, su cui esiste una bibliografia consistente, rimandiamo
esclusivamente a G. Buti, Une maison de négoce à Marseille au xviii e siècle: les Roux
frères, «Patrimoine du Sud», 13, 2021. Per un’analisi quantitativa dell’importanza
dell’informazione (e più latamente dei costi di transazione), nella definizione di mercati
progressivamente più integrati ed efficienti, si vedano G. Federico, Market integration
and market efficiency: The case of 19 th century Italy, «Explorations in Economic History»,
44, 2007, pp. 293-316; G. Federico, M.-S. Schulze, O. Volckart, European Goods Market
Integration in the Very Long Run: From the Black Death to the First World War, «The Jour-
nal of Economic History», 81, 2021, 1, pp. 276-308.
2 Accimp, L IX, 920, lettera di Salvatore e Lazzaro Recanati a Gio. Batt.a Honoré
Roux et Comp.e, Livorno, 13 agosto 1734.
3 G. Ongaro, Free ports in a controlled market: the role of Ancona, Livorno, Genoa and
Trieste in the grain trade in Eighteenth century Italy, in K. Stapelbroek, A. Trampus, G.
Delogu (eds.), Free Trade and Free Ports in the Mediterranean, Routledge, London and
New York, in corso di stampa.
4 Corey Tazzara ricorda che per rendere fattibile lo smercio di una partita di grano
nell’entroterra toscano, i prezzi di vendita avrebbero dovuto essere il 20% più alti di
quelli di acquisto a Livorno, poiché, altrimenti, i costi di trasporto per movimentare la
merce garantendone la qualità (che avrebbe dovuto rimanere alta per reggere la
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Agosto 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)