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Mercanti di ultima istanza? Ebrei e commercio del grano in Adriatico 457
Gli stessi protagonisti del tempo definivano il grano un genere “ri-
schioso” (ma il discorso può essere esteso più generalmente ai cereali
e ai legumi). In queste condizioni, Recanati affermava che sarebbe
stato meglio abbandonare l’investimento per il momento: «recante il
grano e altri legumi anco qui l’apparenza sono, che più oltre doveranno
valer maggior prezzo massime se durano e richieste della Spagna e il
prezzo caro in Londra. Come che sono generi azardosi bisogna a prezzi
cari lassarli stare e lassare far bene all’altri» .
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La gestione del commercio del grano presentava caratteristiche ti-
piche e ostacoli significativi . La faccenda diventava ancora più com-
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plicata per quei mercanti che operavano negli empori maggiori, dove
l’arrivo di grosse partite avrebbe potuto cambiare le quotazioni vigenti
nel mercato locale. Se i grandi empori potevano fungere da traino dei
prezzi, l’afflusso massiccio dei grani, al contrario, ne deprimeva il
corso, determinando conseguenze significative sui circuiti commerciali
e sulle scelte dei molteplici operatori mercantili (stranieri o locali) che
operavano nei grandi centri produttivi. Questo fu il caso, per non ci-
tare che l’esempio più noto, della Sicilia nei primi decenni del Sette-
cento e di una delle destinazioni principali del grano dell’isola, Ge-
nova .
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La tempestività e la qualità delle informazioni era essenziale non
solo in relazione ai prezzi di vendita. La deperibilità dei cereali richie-
deva infatti che arrivassero sul mercato nei tempi giusti, al fine di evi-
tare un deterioramento della qualità (e del valore) . Se consideriamo
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che in casi di particolare scarsità di grani gli acquisti avvenivano an-
che su mercati piuttosto lontani (come per l’appunto Londra, o
concorrenza con la produzione locale), avrebbe reso impossibile portare a termine que-
sto traffico (C. Tazzara, Port of Trade or Commodity Market? Livorno and Cross-Cultural
Trade in the Early Modern Mediterranean, «Business History Review», 94, 2000, 1, p.
217).
5 Accimp, L IX, 920, lettera di Salvatore e Lazzaro Recanati a Gio. Batt.a Honoré
Roux et Comp.e, Livorno, 17 settembre 1734.
6 Sulle caratteristiche del mercato del grano in Europa e nel Mediterraneo la biblio-
grafia è consistente, a partire dai classici di M. Aymard, F. Braudel, O. Cancila, J. Meu-
vret, J.-L. Miège. Rinviamo solamente a K.G. Persson, Grain Markets In Europe, 1500-
1900, Cambridge University Press, Cambridge, 2005.
7 O. Cancila, I dazi sull’esportazione dei cereali e il commercio dei grani nel Regno di
Sicilia, estr. da «Nuovi quaderni del Meridione», n. 28, p. 27; S. Gullino, Il network com-
merciale del magistrato dell’Abbondanza genovese durante la crisi del 1590-1591, «Me-
diterranea-ricerche storiche», 50, 2020, pp. 577-598, da cui si risale alla bibliografia
precedente.
8 Sull’importanza della qualità nella definizione dei prezzi del grano si veda G. On-
garo, L. Prosperi, The matter of quality in the grain market: dealing with commodities’
function for a wider understanding of price dynamics. Eighteenth-century Northern Italy
as a case study, in corso di stampa.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Agosto 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)