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462 Luca Andreoni, Giulio Ongaro
hl di grano e di 18.650 di marzatelli. In questo caso fu proprio il poten-
ziale appaltatore, Rodolfo Pelliccioni, che chiese di derogare al capitolo
159 dell’appalto, che riguardava esattamente l’inclusione in una even-
tuale società di ebrei. Risulta interessante, allora, non tanto la richiesta
da parte dell’appaltatore (Pelliccioni è propenso alla creazione di una
società con i Coen, noti mercanti di grano), quanto il fatto che le autorità
cittadine affermassero che «par che tacitamente sia permesso» l’inclu-
sione degli ebrei nelle società di questo genere; si specificava però allo
stesso tempo che questa “tacita concessione” veniva avallata – difficile
dire quanto volontariamente – da un chirografo pontificio riguardante
l’appalto medesimo, che concedeva di includere «qualsivoglia sorte di
persone» in eventuali società. Come se non bastasse, la soprintendenza
generale all’appalto venne affidata a un neofita (Paganelli), cosa che sca-
tenò reazioni durissime con ogni probabilità da parte di mercanti con-
correnti, anche perché il Coen con cui Pelliccioni voleva entrare in so-
cietà era maliziosamente accusato di essere «nipote di quello, che pre-
tese la compra dell’aria, e chiavi di Ferrara».
Anche le motivazioni a sostegno di coloro che chiedevano l’annulla-
mento dell’appalto sono indicative del terreno non solo simbolico su
cui si muovevano queste controversie: si sosteneva infatti che l’appalto
non doveva considerarsi valido, oltre che per il fatto che il chirografo
pontificio non nominava esplicitamente gli ebrei, anche perché «gli Ec-
clesiastici non devono soggiacere al giudizio degli Ebrei; gli Ebrei sono
inabilitati agli officii publici, per disposizion canonica; li Neofiti son
proibiti di pratticare con li ebrei persistenti nella perfidia; li ebrei ten-
tano di rimettersi in libertà» . Tra le righe si legge chiaramente come
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la questione del maneggiare cibo sia sostanzialmente assente dal di-
battito, mentre sono ben più evidenti i riferimenti a «soggiacere al giu-
dizio», agli «officii publici», alla «libertà», da intendersi come partecipa-
zione alla vita pubblica. L’antiebraismo era strumento di pressione.
4. Mercanti di ultima istanza? Mercanti ebrei e cereali in tempi
di emergenza
Dopo aver osservato il ruolo svolto dai mercanti ebrei nel commer-
cio granario, soprattutto in relazione alle caratteristiche di quest’ul-
timo, indagando anche il contesto normativo in cui questa partecipa-
zione si inseriva, rimane da approfondire in quali contingenze ciò av-
veniva.
Essendo uno dei principali porti dello Stato della Chiesa, nonché
fondamentale snodo per il commercio dei cereali in area adriatica,
28 Ascfe, Finanziaria XVIII, b. 78, cc. 165r-v. Corsivo nostro nella citazione.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Agosto 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)