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                spettante a ciascuna monaca constasse di quattro camicie, due pel-
                licce, due gonne, due mantelli, quattro fazzoletti da faccia (due bianchi
                e due neri), due grembiuli, due paia di sandali, cinque paia di calzette,
                quattro lenzuola nonché due coperte da letto .
                                                            52
                   Questa  dotazione,  scelta  dalla  fondatrice  per  le  moniales  di
                Adrano, nei decenni seguenti divenne un modello al quale si ispira-
                rono  i  patrocinatori  dei  monasteri  palermitani  di  santa  Maria  de
                latinis e di santa Maria Nuova . Infatti, sia il vicecancelliere Matteo
                                              53
                di Salerno sia Goffredo e Aloisia Martorano si rifecero al documento
                di fondazione di santa Lucia di Adrano per istituire i loro rispettivi
                monasteri.  In  questa  maniera,  i  fondatori  dei  cenobi  palermitani
                non  solo  dotarono  le  monache  di  un  corredo  del  tutto  identico  a
                quello delle religiose di Adrano, ma stabilirono altresì che, alla pari
                del cenobio etneo, i loro monasteri fossero serviti da due cappellani
                e un ostiario, scelti dalla badessa in ragione della loro età avanzata
                e della loro comprovata onestà .
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                   Alle madri superiore non spettava, però, solo la scelta dei sacerdoti
                e del custode: a esse era demandata, infatti, più in generale la respon-
                sabilità  dell’intera  comunità  monastica.  Ad  Adrano,  le  moniales  ri-
                spondevano,  così,  solo  alla  loro  badessa  Ula,  designata  da  Adelicia
                sulla base dei diritti che la fondatrice si era riservata, quale la domi-
                natio e la potestas gubernandi sul cenobio. In virtù di tali prerogative,
                Adelicia possedeva la facoltà di intervenire sulle questioni interne al
                monastero, compresa la scelta della badessa. Tali privilegi, tuttavia,
                non venivano mantenuti dai suoi eredi: essi potevano agire soltanto
                qualora non fossero state rispettate le disposizioni sancite dalla fon-
                datrice, tra le quali spiccava l’inalienabilità dei beni donati al mona-
                stero . A questo proposito, tre giorni dopo la stesura della prima per-
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                gamena, la domina rilasciò un ulteriore documento con il quale chiarì
                meglio l’entità dei beni fondiari donati a santa Lucia. Il 15 maggio 1158
                Adelicia confermò, infatti, al monastero non solo la donazione della



                   52  Ibidem. Le chartae del monastero di santa Lucia, come la maggior parte dei docu-
                menti delle comunità monastiche femminili d’Italia, se da un lato restituiscono preziose
                informazioni sui processi sottesi all’istituzione del cenobio, dall’altro lasciano affiorare
                ben poco degli aspetti della vita quotidiana condotta dalle moniales all’interno del chio-
                stro (per questo cfr. M. Venticelli, Il monachesimo femminile. Origini e sviluppo cit., pp.
                78-79).
                   53  L.T. White, Il monachesimo latino cit., p. 241.
                   54  Per quanto concerne la fondazione dei monasteri benedettini femminili di Palermo,
                cfr. C.A. Garufi, I documenti inediti cit., pp. 129-145 e pp. 155-161 (santa Maria  de
                latinis); pp. 255-264 (santa Maria Nuova); su questi ancora cfr. Id., Le benedettine in
                Sicilia da San Gregorio al tempo Svevo cit., pp. 255-277. Inoltre, su santa Maria de latinis
                cfr. pure P. Collura, Un privilegio di Guglielmo II per il monastero di S. Maria “de Latinis”
                di Palermo, «Byzantino-sicula», II (1974), pp. 3-7.
                   55  C.A. Garufi, I conti di Montescaglioso cit., p. 353.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Agosto 2022
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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