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Eigenkirche ed Eigenkloster nella Sicilia normanna? Nuovi spunti... 291
Lo studio dei documenti di Adelicia getta però nuova luce sulla pre-
senza di chiese e monasteri fondati dall’aristocrazia isolana nel corso
del XII secolo. Gli atti relativi alla fondazione del cenobio di santa Lucia
di Adrano provano, infatti, come esso fosse stato un Eigenkloster. La
sua istituzione assunse una funzione simbolica, tesa a dimostrare il
prestigio raggiunto dalla famiglia Avenel Maccabeo nel corso del XII
secolo in seno ai suoi domini ubicati sulle Madonie e sul versante me-
ridionale dell’Etna. Il cenobio fungeva da centro spirituale del casato,
poiché assicurava le preghiere per la salvezza delle anime dei fondatori,
e da strumento di promozione sociale tra larghi strati della società ru-
rale, considerata la sua rilevanza quale centro di produzione agricola. Il
controllo del monastero da parte di Adelicia era assicurato dalla scelta
della badessa, la quale aveva il compito di guidare le moniales e di
gestire le vaste proprietà del cenobio.
Alla luce delle analisi condotte in tale sede appare evidente il ruolo
di prestigio goduto da Adelicia nella Sicilia normanna. Rimasta vedova
all’inizio degli anni Trenta del XII secolo, la nipote di re Ruggero riuscì
a mantenere compatti i suoi domini e a dispiegare complessi progetti
politici, indirizzati a consolidare la sua autorevolezza nei confronti de-
gli altri barones isolani e della corte regia .
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Dalle chartae rilasciate da Adelicia, sembra emergere così che la
domina fosse una donna di potere abile ed energica, circondata da un
ampio seguito e capace di controllare fortificazioni, chiese e monasteri
privati . Tra gli anni Trenta e gli anni Sessanta del XII secolo, nessuna
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altra donna in Sicilia riuscì a dispiegare progetti e personalità come
Adelicia: Lucia di Cammarata e Sibilla de Garres, entrambe vedove ed
entrambe rimaste al vertice delle loro modeste signorie sono ricordate
solo per aver concesso rispettivamente l’Eigenkirche di santa Maria di
Cammarata alla Chiesa di Cefalù e l’Eigenkirche di san Nicola di Com-
mincini alla Chiesa di Lipari-Patti .
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Lucia e Sibilla appartennero alla nobiltà minore dell’isola e per que-
sto probabilmente esse non furono in grado di distinguersi nel pano-
rama dei dominatores siciliani nonché tra i grandi benefattori delle
Chiese isolane.
66 Le pergamene di Adelicia si ritrovano pubblicate in I.B. De Grossis, Catanense
Decachordon cit., p. 84; R. Pirri, Sicilia sacra cit., p. 528; C.A. Garufi, I documenti inediti
cit., pp. 38-40 e pp. 76-78; e Id., I conti di Montescaglioso cit., pp. 353-365.
67 Cfr. soprattutto il documento del 1156 relativo alla chiesa di san Nicola de malo
vicino, nel quale si ritrovano ventinove sottoscrizioni di milites, ministeriali e chierici
(C.A. Garufi, I documenti inediti cit., pp. 76-78).
68 Per quanto riguarda i documenti di Lucia di Cammarata, cfr. S. Cusa, I diplomi
greci ed arabi di Sicilia cit., pp. 615-617; C.A. Garufi, I documenti inediti cit., pp. 64-65.
Notizie sulle dominae di Cammarata e Commincini in L.T. White, Il monachesimo latino
cit., pp. 298-299 (Lucia) e p. 151, p. 161 e p. 422 (Sibilla de Garres).
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Agosto 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)