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Eigenkirche ed Eigenkloster nella Sicilia normanna? Nuovi spunti... 289
chiesa di santa Maria in Wadi Mûsa, probabilmente un edificio sacro
di età bizantina , ma anche il casale di Bulichiel con i quaranta «uo-
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mini degli elenchi» ivi insediati .
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La seconda charta data dalla domina alla badessa Ula risulta assai
importante poiché, oltre a gettare luce sulla sopravvivenza di edifici
cristiani nella Sicilia musulmana, restituisce pure informazioni sulle
dinamiche d’insediamento nella valle del Simeto in epoca medievale. Il
casale di Bulichiel, il cui toponimo sembra tradire un’origine araba ,
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doveva sorgere sul sito di età preistorica del Mendolito, probabilmente
riutilizzandone le possenti mura di cinta .
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Come attestato dalla charta, l’insediamento rurale era abitato a
metà del XII secolo, ma non è dato sapere se i suoi occupanti fossero
stati musulmani o cristiani. Il documento, a ogni modo, disponeva che
i villani passassero dalle liste della domina a quelle del monastero, per
cui gli uomini legati ai tenimenta posti nelle vicinanze del casale erano
tenuti ora a corrispondere i tributi al cenobio di santa Lucia. Appare
evidente che la gestione di un patrimonio alquanto vasto avesse con-
ferito alla badessa un’immediata posizione di prestigio, che la pone-
vano probabilmente al di sopra degli esponenti del notabilato locale
adranita .
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Lo stesso giorno in cui Ula ricevette da Adelicia la seconda perga-
mena di concessione, la badessa si impegnò attraverso un documento
pubblico a ricevere le donazioni della fondatrice e ad accettare le
56 L’area su cui nel 1158 fu fondato il monastero di santa Lucia era occupata in
precedenza da una piccola basilica di epoca bizantina. Una campagna di scavo condotta
alla fine degli anni Settanta del Novecento ha contribuito a chiarire la stratigrafia del
sito (per questo, cfr. U. Spigo, Ricerche a Monte s. Mauro, Francavilla di Sicilia, Acireale,
Adrano, Lentini, Solarino, «Kokalos», XXVI-XXVII (1980-1981), pp. 788-789).
57 Sotto il regno di Guglielmo I, tra i maggiori dominatores che assegnarono “uomini
degli elenchi” agli istituti monastici figuravano Simone “del Vasto” e Adelicia Avenel
Maccabeo, come rilevato da I. Peri, Villani e cavalieri nella Sicilia medievale, Laterza,
Roma-Bari 1993, pp. 44-45. Per quanto riguarda il concetto di villani, si rimanda ad A.
Nef, Conquérir et gouverner la Sicile islamique aux XIe et XIIe siècles, École Française de
Rome, Roma 2011; J. Johns, Arabic administration in Norman Sicily. The royal diwan,
Cambridge University Press, Cambridge 2002; A. Metcalfe, Muslim and Christians in
Norman Sicily. Arabic Speakers and the End of Islam, Routledge-Curzon, New York 2003;
O. Condorelli, “Villani intuitu personae” e “villani respectu tenimentorum”. Vincoli di di-
pendenza personale e categorie del diritto comune nella Sicilia dei secoli XII-XIII, in E.
Montanos Ferrìn (ed.), El Derechio frente a la relación del hombre, Editorial Dykinson,
Madrid 2019, pp. 25-109.
58 Sul casale di Bulichiel, notizie in L. Arcifa, Un’area di strada nel medioevo: la media
valle del Simeto, in G. Lamagna (a cura di), Tra Etna e Simeto. La ricerca archeologica ad
Adrano e nel suo territorio, Regione Siciliana, Giarre 2009, p. 194.
59 Per quanto riguarda il sito archeologico del Mendolito, cfr. G. Lamagna, Adrano
(Catania). Contrada Mendolito. Nuove ricerche nell’abitato indigeno (scavi 1989), «Bollet-
tino di Archeologia», 16-17-18 (1992), pp. 255-264.
60 Cfr. A. Nef, Conquérir et gouverner la Sicile cit., pp. 467-468.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Agosto 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)