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486 Davy Marguerettaz
ha messo in dubbio, e chiede che l’incertezza sia dissipata diretta-
mente da Parigi . In seguito, anche l’ipotesi di una doppia incorona-
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zione sarà motivo di discussione e fonte di tensioni.
Nel frattempo, l’intero Sacro Collegio, cioè tutti i cardinali presenti
a Roma, per un totale di 34 porporati, era stato chiamato a esprimersi
sulla nota del 18 luglio . Non sono conosciuti i singoli voti dei vari
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interpellati, ma un «estratto dei voti» del barnabita Fontana permette
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di farsi un’idea della posizione sia del Sacro Collegio nel suo com-
plesso, sia di singoli porporati. Antonelli (che farà da segretario di
Stato a Pio VII durante il soggiorno a Parigi ) mostra deciso pessimi-
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smo. Nel suo parere, il cardinale, prima creatura di Pio VI e uomo di
punta della Curia di papa Braschi e dei primi anni di papa Chiara-
monti , elenca minutamente le mancanze di Napoleone verso la
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Chiesa, si mostra scettico sulle possibilità di ottenere soddisfazione
riguardo agli affari ecclesiastici pendenti, si oppone al giuramento (in
particolare sul punto della libertà dei culti, perché concede «favori po-
sitivi ai culti acatolici»), e vuole che nella lettera d’invito di Napoleone
si scriva «ma [l’imperatore] sarà pronto ad ogni sua richiesta di secon-
dare e proteggere la esecuzione dei providi suoi [di Pio VII] disegni».
Quest’ultimo punto rimanda a una formula decisamente simile alla
promessa di Pipino il Breve a papa Stefano II («omnem voluntatem, ac
petitionem praedicti Sanctissimi Papae adimplere se velle»), riportata
nel voto del cardinale Borgia , che condivide con Antonelli anche il
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rifiuto del giuramento, soprattutto perché la parte sulla libertà dei
culti «dà un favore positivo agli eretici». Fra i due cardinali di Pio VI c’è
piena consonanza: guardano al passato (rapporti fra Papato e Caro-
lingi, Stato confessionale d’ancien régime) come modello per disegnare
il presente e il futuro. Altrettanto duri sono i giudizi del cardinale Di
Pietro, altra figura chiave della Curia dell’ultimo Pio VI e di Pio VII :
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stigmatizza la «viziosa intelligenza» del giuramento «relativamente alla
libertà dei culti» e «le artificiose espressioni di Talleyrand [che] non
fanno sperare nulla di buono né circa le leggi organiche, né circa gl’in-
trusi» .
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70 Cfr. nota di Ercole Consalvi a Joseph Fesch, Roma, 8 agosto 1804, ivi, p. 63.
71 Cfr. biglietto di Ercole Consalvi a tutti i cardinali, Roma, 4 agosto 1804, ivi, p. 60
n. 1.
72 «Estratto dei voti dei Cardinali» di Francesco Fontana, 9-10 agosto 1804, ivi, pp.
66-69.
73 Cfr. J.-M. Ticchi, Le Voyage de Pie VII à Paris cit., p. 37.
74 Sul cardinale Leonardo Antonelli, cfr. V.E. Giuntella, Antonelli, Leonardo, DBI, ad
vocem.
75 Sul cardinale Stefano Borgia, cfr. H. Enzensberger, Borgia, Stefano, DBI, ad vocem.
76 Cfr. M. Caffiero, Di Pietro, Michele, DBI, ad vocem.
77 «Estratto dei voti dei Cardinali» di Francesco Fontana, 9-10 agosto 1804, I. Rinieri,
Napoleone e Pio VII cit., p. 68.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Agosto 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)