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Scrivere l’altro. Una ricerca in corso sulla costruzione delle differenze... 325
anche informazioni puntuali sul battesimo ricevuto nella locale catte-
drale di s. Lorenzo della Pietà. Questi testi, inoltre, offrivano una sin-
tetica descrizione dello schiavo – «homo di giusta statura con barba,
capelli mori ricci di faccia bruna all’età di 30 anni» – che, invece,
manca nella registrazione principale . La convocazione di Nicolao in
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Campidoglio arrivò, dunque, ben 17 mesi più tardi, quando, forse, lo
sventurato schiavo aveva perso le speranze. Un lasso di tempo così
ampio era anomalo per la burocrazia capitolina che, per lo più, riu-
sciva a smaltire queste procedure nel giro di pochi giorni. La discre-
panza tra le notizie raccolte nel dossier e quanto, invece, segnalato
nella patente conclusiva permette di avanzare qualche ipotesi a partire
dalla contraddizione evidente tra la dichiarazione sul battesimo ligure,
che avrebbe trovato conferma nel nome del padrone assunto dopo la
conversione, e la successiva declaratoria ex parentibus christianis, che
andava a smentire proprio quell’affermazione.
Le peripezie affrontate dall’uomo, che veniva da uno degli hub della
pirateria mediterranea, combaciavano, infatti, con la sua «faccia
bruna» e concorrevano a delineare una biografia classica di schiavitù
nel mare interno . In un percorso comune di prigionia e lavoro servile,
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la pelle scura di uno schiavo implicava la sua fede non cristiana e,
quindi, portava con sé la ragionevole probabilità di una conversione in
età adulta durante gli anni in cattività . Nel racconto iniziale di Nico-
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lao, però, qualcosa doveva aver suscitato perplessità nel notaio inca-
ricato, forse l’ordine temporale delle dichiarazioni su Palermo e Genova
che sembravano indicare la partecipazione alla messa prima ancora
dell’officiatura del battesimo, che, a sua volta, a dar retta alle scelte
onomastiche, doveva essere avvenuta sotto l’ultimo padrone. In questi
casi, il timore di aver di fronte un episodio di battesimo reiterato ob-
bligava a controlli minuziosi e incrociati nella documentazione, col va-
glio dei registri delle parrocchie interessate e la raccolta di notizie da
18 Cred. 11, t. 011 cat. 08 28, c. 55, Lettere diverse e giustificazioni per la libertà de
Schiavi, 9 Feb. 1659, citati nella tesi di laurea triennale in Storia, Antropologia, Religioni
di Daniele Guderzo (AA 2020-2021, Sapienza Università di Roma, relatore: Serena Di
Nepi), pp. 66-68.
19 Cfr. almeno, G. Fiume, Schiavitù mediterranee. Corsari, rinnegati e santi di età
moderna, Bruno Mondadori, Milano, 2009; e S. Bono, Schiavi. Una storia mediterranea
(XVI-XIX secolo), Il Mulino, Bologna, 2016.
20 Su cui vedi almeno tre lavori recenti, che ragionano su Europa e spazi globali
proprio in questa direzione: L.Valensi, Stranieri famigliari. Musulmani in Europa (XVI-
XVIII secolo), Einaudi, Torino, 2013; A. Michel, Il bianco e il negro. Indagine storica
sull’ordine razzista, Einaudi, Torino, 2021; O. Otele, Africani europei. Una storia mai
raccontata, Einaudi, Torino, 2021. Su questi temi, restano fondamentali gli articoli rac-
colti in Black Africans in Renaissance Europe, edited by Kate Lowe and Thomas F. Earle,
Cambridge University Press, Cambridge, 2005.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Agosto 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)