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322 Serena Di Nepi
non comportasse la cooptazione definitiva dell’estraneo nella cerchia
dei pari . Il percorso di assimilazione del diverso procedeva attraverso
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tappe successive ma non lineari che, in molti modi ed altrettanti mo-
menti, costringevano tutti gli interessati a confrontarsi con l’alterità,
nelle sue innumerevoli declinazioni.
In questa cornice, un ruolo essenziale, e ancora da indagare, spettò
ai notai incaricati di compilare i documenti di uso quotidiano ed in
cui, di volta in volta, si rendeva necessario descrivere e definire i pre-
senti in maniera certa e giuridicamente valida. Stabilire chi fosse chi,
dare un nome alle persone e alle loro azioni e metterlo per scritto co-
stituiva un’azione semplice, eppure non banale e mai del tutto priva
di consapevolezza. Il redattore, che aveva il compito di riportare nel
latino della burocrazia ciò che ascoltava e osservava, veniva chiamato
a confrontarsi con le specificità dei singoli e, dunque, anche con ciò
che ne rendeva immediatamente riconoscibile la diversità: un’attività
di rappresentazione e classificazione indispensabile e che, nella sua
indubbia rilevanza, contribuiva a raccontare l’alterità, così come ve-
niva vissuta e sperimentata dai contemporanei. Il ricorso regolare
all’apposizione hebreus, iudaeus e neophita per gli ebrei e per i conver-
titi dall’ebraismo costituisce una traccia concreta di queste procedure:
se per i primi, la qualificazione svolgeva una funzione giuridica legata
allo status del gruppo e alle restrizioni a cui era vincolato, per i secondi
andava a offrire informazioni aggiuntive, potenzialmente discrimina-
torie e non sempre dirimenti per la gestione del fatto di cui si andava
trattando . Per quanto la consuetudine fosse questa, è difficile stabi-
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lire con certezza in quali percentuali fosse rispettata, a quali criteri
rispondesse e fino a quando restasse in auge, nello scorrere del tempo
e delle generazioni. Al di là, infatti, delle indagini di carattere demo-
grafico che hanno usato questa terminologia per enucleare quantita-
tivamente il campione oggetto di rilevazione, interrogativi simili sono
ancora da sollevare proprio intorno alla questione delicata della fab-
bricazione della differenza in antico regime, a sua volta così profonda-
mente riconfigurata dagli studi recenti sulle minoranze, sulla mobilità
e sulle reti globali e sulla tolleranza. Da questo punto vista, l’esame
14 T. Herzog, Defining Nations. Immigrants and Citizens in Early Modern Spain and
Spanish America, Yale University Press, New Haven, 2012; ma vedi anche della stessa
studiosa, A Short History of European Law. The Last Two and a Half Millennia, Harvard
University Press, Cambridge (Mass.), 2019.
15 Vedi ancora Herzog, Defining Nations cit.; per una riflessione sulla frequenza delle
qualificazioni hebreus nella documentazione romana di questo periodo, vedi S. Di Nepi,
Trading beyond the Ghetto. New Perspectives on Jews in 18 th Century Rome, in Non con-
trarii, ma diversi. The Question of the Jewish Minority in Early Modern Italy, a cura di A.
Guetta e P. Savy, Viella, Roma, 2020, pp. 171-189.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Agosto 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)