Page 95 - 1
P. 95
Prevenzione e benessere in tempo di peste: cura della persona e dietetica... 363
oltre che grossolane, manifestando ostilità nell’uso poco oculato dei
remedia.
Fautore dell’interazione tra medicina teorica e medicina pratica, tra
physica e chirurgia, guardò con ammirazione ai medici con esperienza
diretta ed espresse parole di assoluto biasimo invece per coloro che «o
non n’habbiano mai medicato, o ver (come fanno i cani, volendo bere
dell’acqua del Nilo, fuggendo) forzati, col naso oppilato et con gli occhi
serrati» . Mostrò inoltre consapevolezza della necessità di non abban-
13
donare i pazienti, specie i più poveri, nelle mani di barbieri e speziali,
ma anche disprezzo nei confronti di medici, spesso poco avveduti e
avidi di facili guadagni. Accademico di fama , ispirò un serio riordi-
14
namento disciplinare del settore in Sicilia, che imponeva un rigido per-
corso negli Studia del regno e corsi periodici di aggiornamento, oltre
alla distinzione tra dottore delle arti e di medicina, semi dottore (dot-
tore soltanto di medicina o soltanto di chirurgia) e licenziati .
15
Come Protomedico del regno di Sicilia (1563), ossia tutore dell’eser-
cizio pubblico della medicina in Sicilia, non si limitò al controllo sulle
professioni mediche – funzione per l’esercizio della quale era dotato di
poteri giurisdizionali –, ma promosse un progetto di riforma sanitaria
articolato in 25 capitoli, che costituiranno il corpus normativo su cui
per tutta l’età moderna si reggerà l’impianto sanitario nel regno (Con-
stitutiones et capitula nec non jurisdictiones regii protomedicatus offi-
cii) . A partire dalle precedenti costituzioni del protomedico Antonio
16
D’Alessandro (1429), che rappresentano già una innovazione rispetto
a quelle di Federico II – materia nota su cui esiste peraltro una vasta
bibliografia – Ingrassia aggiunse integrazioni ed esplicite considera-
13 G.F. Ingrassia, Informatione cit, parte III, cap. XV, p. 477 [57].
14 Ricoprì la cattedra di anatomia e di medicina teorica e pratica a Napoli nel 1544,
chiamato dal viceré Pedro Álvarez de Toledo e dal Senato di quella città. Ritornato a
Palermo nel 1553, ottenne l’incarico di lettore ordinario di medicina dal Senato, e nel
1563 la nomina a protomedico del Regno. Successivamente insegnò medicina a Messina
dal 1564 al 1568.
15 Sull’ambiente medico dell’isola, cfr. C. Dollo, Modelli scientifici e filosofici cit., pp.
41, 43, 62-65.
16 Sulla normativa sanitaria vigente in Sicilia, cfr. R. Alibrandi, Giovan Filippo In-
grassia e le Costituzioni Protomedicali per il Regno di Sicilia, Rubbettino, Soveria Man-
nelli, 2011, che pubblica in appendice in traduzione italiana il testo delle Costituzioni e
capitoli e giurisdizioni del Regio Ufficio di Protomedicato con le pandette dello stesso, ri-
formate e in molte parti rinnovate e delucidate da Giovanni Filippo Ingrassia …, Palermo
1564. Si veda anche la ristampa anastatica e la traduzione di P. Li Voti edita a cura
dell’Accademia di Scienze Mediche di Palermo (Palermo 1989). Le prime ordinazioni sul
protomedicato risalgono al 1429 a cura di Antonio D'Alessandro, che occupò la carica
dal 1421 al 1440. Le stesse furono poi riprese da Ingrassia con aggiunte e commenti.
Sull’argomento cfr. anche P. Li Voti, Le costituzioni protomedicali del Regno di Sicilia da
Antonio D’Alessandro a Giovanni Filippo Ingrassia ed a Paolo Rizzuto, Accademia di
Scienze Mediche di Palermo, Palermo, 1989.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Agosto 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)