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                sulla  parete  esterna  della  Collegiata  .  Margherita  e  il  fratello  Gu-
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                glielmo sono i soli membri della famiglia di Federico III ad avere un
                monumento funebre più o meno intatto: travolti dalle catastrofi natu-
                rali quelli di Federico, di Eleonora e di Giovanni, ridotta a una semplice
                targa quella di Elisabetta a Monaco, ignota quella di Costanza, sepolto
                alla bell’e meglio nel maestoso sarcofago di porfido dell’imperatore Fe-
                derico Pietro II .
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                   Sul quadro già drammatico delle discordie che travagliavano la mo-
                narchia siciliana nel 1347 si abbatte la peste nera. La famiglia reale
                viene decimata e minata irreversibilmente dall’epidemia: muore, a 17
                anni, il giovane re Ludovico, muoiono il duca Giovanni e suo figlio,
                muore la regina Elisabetta. Si ammala gravemente il nuovo re, il pic-
                colo Federico, la cui salute rimane fragile per tutta la vita.
                   Gli ultimi due matrimoni bavaresi avevano già l’aspetto di fughe.
                Della fuga matrimoniale, quasi rocambolesca, che portò la maggiore
                delle  principesse  siciliane,  Eleonora,  sul  trono  d’Aragona  accanto  a
                Pietro il cerimonioso, si sa già tutto. La frettolosa partenza di Eleonora
                si legge nell’insistenza con cui continua a chiedere gioielli e oggetti
                ereditati  o  rimasti  alle  sorelle,  e  persino  i  corredi  delle  sue  dame
                d’onore. Colpisce il ricordo di minuti oggetti personali: uno specchio
                d’argento, uno scaldino per letto, il pomander, pom d’ambra, prote-
                zione contro le epidemie, e colpiscono la nostalgia che le fa richiedere
                specialità siciliane, come mostarda e passons de Pati. Un’allusione ai
                cofres de Margarita, le casse di sua zia Margherita, che aveva sei anni
                meno di lei, evoca l’atmosfera da educandato che doveva regnare alla
                corte siciliana .
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                   In Sicilia, infatti, dopo i matrimoni bavaresi e quello di Eleonora,
                rimanevano ancora quattro principesse: la più grande, Costanza, ba-
                dessa del monastero di S. Chiara dopo la morte della zia Caterina,
                lasciò il chiostro per assumere la tutela di Ludovico, ma come lui fu
                falciata dalla peste. In una lettera ad Eleonora del 26 marzo 1354, da
                Catania, Costanza denunciava senza mezzi termini lo stato d’assedio
                e  perpetua  minaccia  in  cui  vive  la  famiglia  reale,  affermando  che  i



                   89  I monumenti, opera dello scultore Hubert Netzer, raffiguravano anche il fratello di
                Rodolfo, Roberto I, che aveva realizzato la fondazione voluta da Rodolfo, e la moglie.
                   90  Sulle tombe dei sovrani siciliani, P. Vitolo, Per i monumenti funerari dei sovrani
                aragonesi  di  Sicilia  a  Catania,  Palermo  e  Messina:  testimonianze  documentarie,  fram-
                menti ritrovati, ipotesi di ricostruzione, in C. Urso, P. Vitolo, E. Piazza (a cura di), Un’isola
                nel contesto mediterraneo. Politica, cultura e arte nella Sicilia e nell’Italia meridionale in
                Età medievale e moderna, Adda Editore, Bari, 2018, pp. 213-240.
                   91  S. Fodale, Su l’audaci galee cit. p. 77.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Dicembre 2022
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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