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                personaggio fu tra i firmatari della richiesta di censura di Cultura e
                Opulencia do Brasil. Non è affatto da escludere, in questo contesto,
                che  a  spingere  Rodrigues  da  Costa  in  tale  direzione,  a  nome  del
                Consiglio Ultramarino, al di là delle ragioni ufficialmente motivate
                con l’opportunità di non far divulgare informazioni sensibili rispetto
                ai giacimenti auriferi e ai «cammini esistenti verso le miniere», vi
                fosse anche la volontà di silenziare le istanze manifestate da An-
                dreoni/Antonil, nelle ultime pagine del suo libro, a favore dei coloni
                nati in Brasile e impegnati nella produzione di zucchero e tabacco .
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                Conclusioni

                   L’immagine monolitica di un corpo compatto e coeso, a proposito
                dell’ordine ignaziano, proposta tanto dalla storiografia interna all’or-
                dine, quanto da molta parte della storiografia laica di matrice cattolica,
                è stata confutata e finanche ribaltata nel corso dei decenni. Il monito
                espresso da Ignazio di Loyola a metà Cinquecento sull’obbligo dell'ob-
                bedienza perinde ac cadaver alle decisioni dei superiori, nel quadro di
                una subordinazione alle gerarchie comunque mitigata dalla disponi-
                bilità al confronto e alla mediazione, non ha affatto trovato un'appli-
                cazione rigida, in linea generale, nella storia della compagnia.
                   Si tratta di una constatazione che vale certamente per le relazioni
                tra  la  Curia  Generalizia  di  Roma  e  le  varie  Province  sparse  per  il
                mondo, le cui enormi distanze geografiche non potevano certo essere
                colmate da comunicazioni sì ramificate ma ancora molto lente (una
                lettera spedita dal Brasile, per esempio, impiegava circa quattro mesi
                per arrivare a Lisbona e altri due per raggiungere Roma); ma vale
                anche per i rapporti interni, su scala ridotta, a ogni singola realtà
                missionaria, come evidenziato, proprio per il caso brasiliano, dai la-
                vori di Charlotte de Castelnau-l'Estoile e Carlos Alberto Zeron . Le
                                                                              87
                vicende ricostruite in questo saggio sono un'ulteriore dimostrazione
                al riguardo: gesuiti come Giacinto de Magistris e António Vieira, in-
                caricati da Roma di appianare, in qualità di visitatori generali, le di-
                vergenze interne alla compagnia in Brasile, finirono invece per esa-
                cerbarle.



                   86  Ivi, c. 309rv. Cfr. anche M. Giuli, L'opulenza del Brasile coloniale cit., pp. 257-268.
                   87  C. de Castelnau-L’Estoile, Les ouvriers d’une vigne stérile. Les jésuites et la con-
                version des Indiens au Brésil. 1580-1620, Centre Calouste Gulbenkian, Paris-Lisbonne,
                2000, pp. 58-127; C.A. Zeron, Ligne de foi. La Compagnie de Jésus et l’esclavage dans
                le  processus  de  formation  de  la  société  coloniale  en  Amérique  portugaise  (XVI e -  XVII e
                siècles), Champion, Paris, 2009, pp. 105-154.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Dicembre 2022
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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