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Nazioni e fazioni: la frammentazione della compagnia gesuitica nel Brasile coloniale 787
Più in generale, per rimarcare l’esistenza tra i padri ignaziani di
un continuo confronto/scontro tra la volontà di rispettare il princi-
pio cardine dell’obbedienza, il prudente invito alla mediazione e al
discernimento, e l’esigenza concreta di adeguarsi al contesto della
propria azione missionaria, è stato fatto uso di espressioni quali
«obbedienza negoziata» – lo si è visto –, o ancora di principî inter-
pretativi come quello della «doppia lealtà», in grado di evidenziare la
necessità (e spesso la capacità) dei gesuiti di posizionarsi elastica-
mente tra la fedeltà alle norme del loro ordine e alle direttive dei
superiori gerarchici, da un lato, e l’accettazione degli interessi poli-
tici delle realtà locali dove essi erano nati o nelle quali vivevano e
operavano, dall'altro .
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È in tale quadro che si situa, allora, il riferimento «emico», cioè
presente nella documentazione prodotta dagli stessi gesuiti e nel lin-
guaggio da essi usato, all’«affezione nazionale», già bollata a fine Cin-
quecento dal preposito generale Claudio Acquaviva come un «veleno
pestilenziale» per gli interessi complessivi della compagnia, oltre che
deprecata dalle stesse costituzioni ignaziane . Nel caso specifico del
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Brasile, l’analisi delle fonti interne all'ordine permette di stabilire
quali furono le categorie adottate dagli attori in gioco per identificarsi
e rivendicare la propria adesione a una delle fazioni che avevano in-
franto l'auspicata coesione di quella Provincia; un tipo di analisi fun-
zionale alla ricostruzione delle logiche dello scontro e delle dinamiche
con cui tra i vari confratelli si crearono afferenze e differenze, per
mezzo di meccanismi di produzione documentaria in grado di confi-
gurare, all'interno dello stesso corpo religioso, forme diverse di par-
tecipazione.
In primo piano risalta il riferimento a linguaggi e tecniche discorsive
con cui non si sanciva soltanto l'appartenenza e la comunanza di
gruppo, ma anche, al contempo, la differenza e l'alterità. Il già citato
«discrimine» proposto da Vieira «tra gli uomini lusitani nati nella stessa
Lusitania» (ossia in Portogallo) e quelli «nati in Brasile» rappresenta un
documento emblematico in tal senso, così come le argomentazioni di
molte lettere inviate da lui e dal rivale Andreoni a Lisbona e a Roma,
in cui si parlava dell'esistenza di «nazioni» e «fazioni» all'interno della
88 S. Pavone, Le astuzie dei gesuiti. Le false Istruzioni Segrete della Compagnia di
Gesù e la polemica antigesuita nei secoli XVII e XVIII, Salerno Editrice, Roma, 2000, pp.
27-61, 134-182; S. Mostaccio, Gerarchie dell’obbedienza e contrasti istituzionali nella
Compagnia di Gesù all’epoca di Sisto V, «Rivista di storia del cristianesimo», n. 1 (2004),
pp. 109-127.
89 Cfr. M. Fois, Il generale dei gesuiti Claudio Acquaviva (1581-1615). I sommi ponte-
fici e la difesa dell’Istituto ignaziano, «Archivum Historiae Pontificiae», v. 40 (2002), pp.
199-233.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Dicembre 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)