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Nazioni e fazioni: la frammentazione della compagnia gesuitica nel Brasile coloniale  785


                    stimabile», i cui figli e familiari avrebbero dovuto essere anteposti nella
                    ripartizione in Brasile dei principali incarichi di tipo religioso e mili-
                    tare . Si trattava, a suo avviso, di incentivare una politica di premi e
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                    gratificazioni con cui favorire, «più degli altri», gli abitanti locali – i co-
                    loni nati in Brasile, «figli della terra», ormai sempre più definibili come
                    “brasiliani” (brasileiros) –, ai quali, se «idonei», doveva spettare la pre-
                    cedenza «nei concorsi e nelle assegnazioni delle chiese vacanti dello
                    Stato», così come nella distribuzione dei maggiori incarichi militari e
                    nelle promozioni di grado. Era «la ragione» stessa, a giudizio di An-
                    dreoni/Antonil, che legittimava tali richieste, anche perché il grosso
                    delle retribuzioni dovute ai soldati e ai religiosi del Brasile era garan-
                    tito proprio dalla popolazione locale .
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                       Il gesuita toscano non era certo l’unico a pensarla in questo modo,
                    trattandosi di problemi assai dibattuti all’interno della corrispondenza
                    tra governo portoghese e autorità coloniali, allora e ancor più nei de-
                    cenni successivi, e non di rado affrontati per mezzo di specifici prov-
                    vedimenti normativi. Già nel 1679, per esempio, la corte di Lisbona
                    era intervenuta a favore degli abitanti della capitania di Rio de Janeiro
                    per mezzo di una misura, su cui si tornò a discutere nel 1694, che
                    garantiva ai residenti locali la precedenza, rispetto alle pretese di altri
                    candidati, «nei posti della milizia, negli uffici giudiziari e fiscali, e nelle
                    dignità ecclesiastiche» .
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                       Il confronto però rimase aperto, anche perché non tutti a Lisbona,
                    e non sempre, si mostrarono favorevoli a interventi di questo tipo. Lo
                    attestano alcuni pareri espressi in merito proprio dai membri del Con-
                    siglio  Ultramarino,  come  quello  di  António  Rodrigues  da  Costa,  in-
                    fluente personaggio della corte lusitana, da sempre preoccupato di un
                    eccessivo rafforzamento del potere locale a scapito degli interessi me-
                    tropolitani e di una possibile convergenza tra le eventuali velleità au-
                    tonomistiche dei coloni del Brasile e la concreta aggressività delle po-
                    tenze straniere rivali del Portogallo .
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                       In una «consulta» del dicembre del 1710, Rodrigues da Costa evi-
                    denziò la necessità di attribuire tali incarichi a individui pieni di
                    «valore, esperienza, dinamismo e zelo», e quindi, in quanto tali, pre-
                    feribilmente portoghesi ; tre mesi dopo questa «consulta», lo stesso
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                       81  Ivi, p. 194.
                       82  Ibidem.
                       83  Dhbn, n. 93, 1951, pp. 53-54.
                       84  Sulle preoccupazioni di António Rodrigues da Costa e altri esponenti della corte
                    di Lisbona, cfr. L. de Mello e Souza, La conjoncture critique dans le monde luso-brésilien
                    au début du XVIII e  siècle, «Arquivos do Centro Cultural Calouste Gulbenkian», n. 42
                    (2001), pp. 11-24; M.D. da Cruz, Um império de conflitos. O Conselho ultramarino e a
                    defesa do Brasil, Imprensa de Ciências Sociais, Lisboa, 2015, pp. 78-80, 100-115.
                       85  Ahul, Consultas mistas do Conselho ultramarino, cód. 20, cc. 297r-302v.


                                               Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Dicembre 2022
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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